La legge di Murphy
Prenotato in libreria e ritirato oggi (ogni tanto bisogna fare lavorare anche le librerie…).
Me lo gusterò pian piano.
Questo libro mi ricorda una cosa, ma me la tengo per me.
Impossibile non ricordare la prima e forse fondamentale legge:
Se qualcosa può andar male, lo farà.
A presto.
Attenzione, domani è lunedì!
State alla larga da chi si annoia facilmente…
(e che è anche un po’ incazzoso)
Gli indegni
Stamattina, nella mia solita camminata da week end, notavo la quantità di sporcizia presente a lato della pista ciclopedonale che stavo percorrendo.
Già un’altra volta avevo scritto sui rifiuti ai margini delle strade che si vedono girando in bicicletta, oggi però ho fatto una riflessione.
Ci sono persone che già nei piccoli comportamenti si dimostrano indegne di vivere in società.
Possono essere comportamenti più o meno gravi: si può andare dal gettare per terra un mozzicone di sigaretta a dare un calcio a un cane. Sono quei comportamenti che ben difficilmente comporteranno conseguenze ai responsabili, ma che, diffusi su larga scala, rendono la convivenza pesante.
Ecco allora l’utilità dei campi di rieducazione.
Si obietterà che i campi di rieducazione sono roba da dittatura – e in parte può anche essere vero – ma la vera dittatura è quella che devono subire/sopportare le persone civili che assistono a questi comportamenti.
Si obietterà che i campi di rieducazione non hanno mai rieducato nessuno, anzi hanno fatto sparire migliaia di persone.
Pazienza…
Rincoglionimento?
Credo che periodicamente il cervello vada resettato (vale per chi ce l’ha, ovviamente).
Essendo che oggi, 1° maggio, sono a casa dal lavoro, il mio cervello ha preso questo giorno come se fosse domenica.
Tutto quello che faccio/ho fatto, quindi, è calibrato sulla giornata festiva.
La qual cosa sarebbe comunque tollerabile, se non che, ovviamente, il mio cervello ragiona come se domani fosse non sabato, bensì lunedì.
Se domani stessi a casa dal lavoro, probabilmente il mio cervello si metterebbe un po’ in riga, ma considerato che domani devo andare a lavorare, credo che mi comporterò come se fosse non la fine della settimana corrente, bensì l’inizio della prossima, con tutte le conseguenze del caso.
Aprirò l’agenda su lunedì 4 maggio, guarderò gli impegni della giornata e inizierò a telefonare a destra e a manca e non trovando nessuno mi incazzerò e minaccerò ritorsioni devastanti, fintantoché non rientrerò nei ranghi.
Sperando che poi lunedì non lo scambi per mercoledì…
Le mie risposte alle grandi domande
Sto diventando vecchio (N.B.: non ho scritto “sono vecchio”, ho scritto che lo sto diventando).
La cosa si vede anche dalle fissazioni, dai chiodi fissi che mi prendono.
Per esempio, da tempo, quando mi siedo sul water, mi trovo a pensare: ma l’universo quali confini può avere? Se si espande continuamente, cosa c’è oltre i suoi confini?
E rimango lì a pensare, perché la mia mente non riesce a concepire che una cosa, già immensa di per sé, possa espandersi a una velocità tale che nemmeno possiamo immaginarci.
Come il cacio sui maccheroni è uscito questo libretto, allegato a Repubblica,e ovviamente me lo sono comprato subito.
Il grande Stephen Hawking ha scritto questo libro nell’anno prima di morire.
Con un po’ d’ironia e tanta pazienza, ci spiega che probabilmente l’universo si è creato spontaneamente dal nulla.
Il Big Bang ha prodotto un’enorme quantità di energia positiva, e contemporaneamente ha prodotto la stessa quantità di energia negativa, che si azzerano a vicenda: l’universo nel suo complesso ammonta a nulla.
E nell’istante del Big Bang ha iniziato a esistere anche il tempo: prima non esisteva.
Le nostre menti finite faticano a comprendere un universo infinito.
Le galassie si allontanano le une dalle altre: basandosi sull’attuale velocità di espansione, tra i dieci e i quindici miliardi di anni fa dovevano essere vicinissime. Probabilmente l’universo ha avuto inizio allora.
Noi viviamo in uno spazio tridimensionale, ma lo spazio di dimensioni ne ha dieci, più il tempo: sette di queste dimensioni sono “compattate”, cioè arrotolate su sé stesse.
Riusciremo a colonizzare lo spazio? Probabilmente sì, anzi secondo Hawking dobbiamo farlo, perché la Terra non può resistere alla pressione alla quale la sottoponiamo, ma i viaggi spaziali saranno difficili per noi: troppo lunghi gli spostamenti interstellari. Il viaggio verso la stella a noi più vicina richiederebbe otto anni e uno fino al centro della galassia cinquantamila.
Ma secondo la teoria della relatività, se si può viaggiare più veloci della luce si può anche tornare indietro nel tempo: parto stamattina e arrivo ieri sera.
Per non parlare poi dei buchi neri. E di tutta la problematica dell’intelligenza artificiale.
Insomma, Hawking avrà anche dato le sue risposte, ma la mia permanenza sul water non si è semplificata di molto (e se potessi tornare indietro…).
The langoliers
Più che una storia, un incubo (come tutte le storie di King) per i passeggeri del volo 29 American Airlines per Boston, che si svegliano e scoprono di essere rimasti solo in una decina: tutti gli altri – piloti compresi – sono scomparsi.
Ma la cosa più terrificante è che è scomparso anche il mondo sotto di loro e quel poco che resta sta per essere inghiottito dai langolieri.
Nelle storie di King c’è sempre un significato recondito, nascosto. Forse questo è che il passato non ritorna, inghiottito, fatto a pezzi, sbranato. E se si rivive qualcosa del passato è una cosa nuova: mai rimuginare su quello che si è perso, ma concentrarsi su quello che rimane.
Degno ultimo libro letto quest’anno, che si spalanca sull’ignoto con una serie di inquietudini non da poco.
Mi guardo alle spalle solo per rivedere le storie che mi hanno accompagnato: sono passato attraverso i quattro libri della Ferrante de L’amica geniale (lo so, devo ancora commentare l’ultimo, quello finale, ma ci sto ancora pensando, e comunque non ho intenzione di vedere la serie tv); Cristo si è fermato a Eboli, L’Agnese va a morire, fino ad arrivare al monumentale M.
Una sedicina di libri (si può dire sedicina, no? Se si dice quindicina…).
Buoni propositi per il 2019: arrivare al 2020.
Buon anno a tutte/i
Latito
Lo so, latito, ma in questo periodo, per un motivo o per l’altro, mi sento preso.
Stasera avevo in programma di scrivere qualcosa, ma oggi la notizia della rottura tra Matteo ed Elisa mi ha lasciato di stucco. Sono ancora basito adesso.
Ma del resto la psicologa l’aveva detto: stirare le camicie logora!
Eppure io mi ero abituato al menage della coppia: in fondo una che presenta un programma di cucina senza sapere cucinare si accoppiava bene con uno che fa il ministro dell’interno senza saper ministrare.
Ora però si apre un dilemma: il ministro avrà più tempo per pensare e sparare cazzate, oppure si concentrerà nella ricerca di una nuova compagna?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Noi resistiamo…