Aquila Non Vedente

Aquila e tutta la sua famiglia (compreso Bibùlo)

Si possono usare cose cattive per compiere buone azioni? (- 6)

A volte capita che nei film cosiddetti “di cassetta” ci siano situazioni che inducono a riflessioni.

Per esempio, nel film Arma letale 2, a un certo punto i poliziotti Martin (Mel Gibson) e Roger (Danny Glover) rimangono sconcertati dal ritrovamento, in un container, di una montagna di soldi provenienti da attività illecite che stanno per lasciare il suolo americano.

Roger prende in mano un pacco di dollari e, con il sudore freddo che gli riga le tempie, dice: “Con questi ci potrei pagare tutta l’università per mia figlia“.

E allora prendili” gli risponde Martin.

Ma sono soldi sporchi” balbetta Roger, indeciso.

– ribatte Martin – ma tu ci faresti una cosa buona“.

La scena termina che ovviamente Roger i soldi non li prende, perché sono appunto sporchi, ma la vexata quaestio rimane: da una cosa cattiva può nascerne una buona?

Io credo di no, e non perché sia superstizioso, ma perché le cose cattive si portano dietro una sorta di maledizione che ne inficia l’efficacia, che confonde i gesti e le azioni di chi pensa di usarle per i propri interessi.

Meglio i soldi guadagnati.

P.S.: meno sei.

21 novembre 2020 Posted by | Storie ordinarie, Un po' di me | , | 2 commenti

Bisogna saper perdere

Che poi spesso non è neanche una sconfitta nel vero senso della parola: trattasi di ritirata, tregua, armistizio.

Sia come sia, non si può sempre vincere.

Non si può vincere soprattutto se l’avversario sta per essere distrutto.

Sconfiggerlo è un conto, distruggerlo un altro.

Un avversario distrutto diventa un nemico, che non scompare, ma si ricompone e vuole fartela pagare.

Comunque queste sono tutte elucubrazioni di un quasi sessantenne.

Non fateci caso.

Bisogna saper perdere

 

3 dicembre 2019 Posted by | Storie ordinarie, Un po' di me | , , , | 3 commenti

200

Duecento.

Circa.

Sono gli insulti razzisti che riceve ogni giorno Liliana Segre (qui).

Ovviamente anonimi.

Cosa ci sarà nella testa di questa feccia umana (oltre al vuoto, s’intende)?

C’è un libretto che prima o poi devo convincermi a comprare. Si intitola Come si diventa nazisti. Si dirà che questi che insultano Liliana Segre sono solo poveri deficienti, ma anche se fosse così (ma non ne sono proprio sicuro) una massa di deficienti può diventare pericolosa, molto pericolosa. E può essere facilmente cavalcabile da chi deficiente non è.

Questo è il problema…

P.S.: temo che in Umbria sarà una debacle per il trio Conte-Di Maio-Zingaretti. Del resto in questi ultimi giorni non hanno dato una buona immagine di loro stessi, nella discussione sulla manovra finanziaria. Non fa eccezione ovviamente Renzi, che ha trovato il modo di continuare a rompere… le uova nel paniere. State sereni comunque, eh?

🙂

26 ottobre 2019 Posted by | Storie ordinarie | , | 2 commenti

Cessata attività

Oggi è iniziata la svendita in uno storico negozio di abbigliamento del mio paese che chiude i battenti per cessata attività.

Quando ho visto i manifesti in giro mi ha preso un senso di nostalgia, come se stesse andandosene un altro pezzettino di me e della mia storia.

Il negozio in questione (non proprio un negozietto, piuttosto una media struttura) iniziò la sua attività una trentina di anni fa, in un paese vicino al nostro, posizionato in bella vista sulla via emilia. Era uno dei pochissimi negozi già allora aperti la domenica, dove si potevano trovare vestiti “popolari” accanto a quelli un po’ più costosi, di marca.

Con l’apertura del centro commerciale, si trasferì nel nostro paese, ampliando l’offerta e la superficie di vendita.

Ricordo con nostalgia quando ci si trovava con amici e conoscenti a spulciare tra camicie, magliette, pantaloni, mutande, tute da ginnastica.

Era la condivisione di qualcosa che si è perso nel tempo.

Può sembrare banale dirlo, ma anche un negozio può dare il senso di appartenenza a una comunità.

Negli ultimi anni i clienti sono andati diminuendo sempre di più. Ultimamente il negozio era quasi sempre deserto. Disertato dai giovani, che preferiscono le grandi catene in città o nei grandi centri commerciali; i “diversamente giovani” (come il sottoscritto) evidentemente hanno ridotto drasticamente i consumi, anche nell’abbigliamento. Per non parlare del commercio on line.

E così domani mattina andrò a fare un giro – forse l’ultimo – nel negozio che mi ha visto acquistare quei vestiti che per mia figlia sono inesorabilmente da bollare come “da vecchio”, ma che per me invece rappresentano un pezzo della storia mia e del mio paese.

Del nostro povero paese…

I Miei Pensieri Sono Tutti Lì – Pierangelo Bertoli

16 febbraio 2019 Posted by | Ricordi, Sani principi, Storie ordinarie, Un po' di me | , , , , , | 5 commenti

The langoliers

Più che una storia, un incubo (come tutte le storie di King) per i passeggeri del volo 29 American Airlines per Boston, che si svegliano e scoprono di essere rimasti solo in una decina: tutti gli altri – piloti compresi – sono scomparsi.

Ma la cosa più terrificante è che è scomparso anche il mondo sotto di loro e quel poco che resta sta per essere inghiottito dai langolieri.

Nelle storie di King c’è sempre un significato recondito, nascosto. Forse questo è che il passato non ritorna, inghiottito, fatto a pezzi, sbranato. E se si rivive qualcosa del passato è una cosa nuova: mai rimuginare su quello che si è perso, ma concentrarsi su quello che rimane.

Degno ultimo libro letto quest’anno, che si spalanca sull’ignoto con una serie di inquietudini non da poco.

Mi guardo alle spalle solo per rivedere le storie che mi hanno accompagnato: sono passato attraverso i quattro libri della Ferrante de L’amica geniale (lo so, devo ancora commentare l’ultimo, quello finale, ma ci sto ancora pensando, e comunque non ho intenzione di vedere la serie tv); Cristo si è fermato a Eboli, L’Agnese va a morire, fino ad arrivare al monumentale M.

Una sedicina di libri (si può dire sedicina, no? Se si dice quindicina…).

Buoni propositi per il 2019: arrivare al 2020.

Buon anno a tutte/i

31 dicembre 2018 Posted by | Pensieri disarcionati, Smancerie pseudo-sentimentali, Storie ordinarie, Un po' di me | , , | 18 commenti

Due o tre cose che voglio dire…

Ho letto più o meno casualmente oggi pomeriggio su facebook (casualmente come casualmente compaiono i post in bacheca, secondo regole che non conosco ma che – bene o male – accetto di buon grado) il post di una persona che conosco (se non la conoscessi, mica avrei potuto leggerne il post).

Mi ha colpito, oltre che per quello che ha scritto (ne avrà avuto i suoi buoni motivi), il senso d’ineluttabilità di cui era pervaso.

Si leggeva (per lo meno io vi ho letto) un senso di rassegnazione al destino, un’accettazione della propria sorte (buona o cattiva che sia), un affidarsi alla provvidenza. Insomma, le parole di una persona che si è quasi arresa.

Visto che con l’età sono diventato un po’ saggio, me ne guardo bene dal giudicare siffatti atteggiamenti, ma voglio esprimere a questa persona ciò che penso, sia che lo legga, sia che non lo legga.

Mai dire mai o sempre.

Può apparire una regola stupida, ma questo mi ha insegnato la vita: non sai mai quello che può accaderti domani, fra un anno, fra dieci anni. La tua vita si può stravolgere (nel bene e nel male) da un momento all’altro, indipendentemente dalla tua volontà. Ciò che oggi appare impossibile potrebbe verificarsi quanto prima te lo potessi mai aspettare (vedi il governo Di Maio-Salvini…).

Mai guardarsi indietro.

Fare tesoro delle proprie esperienze, della propria storia, dei propri errori e delle proprie vittorie vuol dire non pensarci più, archiviarle e porle come basi per andare avanti. Inutile rimuginare sul latte versato: si mette a bollire un nuovo pentolino. Abbiamo perso tempo? Sì, ma ne abbiamo ancora davanti e se lo sfruttiamo bene il poco che abbiamo davanti varrà di più del tanto che ci lasciamo alle spalle.

Approfittare di qualsiasi momento.

Qualsiasi cosa ci venga in mente, facciamola. Che duri un attimo, un giorno, un anno. Anche un attimo può essere importante, se quell’attimo ci fa stare bene. E forse può essere proprio quell’attimo a farci cambiare idea sul nostro futuro, su quello che fino a un momento prima credevamo ineluttabile.

Ecco, queste cose vorrei dire a quella persona.

Voi vi chiederete: e perché non gliele dici direttamente, invece di romperci le palle con questo pistolotto?

Risposta: ma voi, un pentolino di affari vostri non ve lo fate proprio mai?

John Lennon – Imagine

13 Maggio 2018 Posted by | Sani principi, Un po' di me | , | 7 commenti

Non ho smesso di pensarti

Questa poesia, attribuita a Charles Bukowski, l’ho scoperta casualmente stasera in rete.

Non sono sicuro che si intitoli effettivamente così.

Non sono neanche sicuro che appartenga proprio a Bukowski.

So soltanto che è bellissima.

Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi
e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.
E ricordami.
E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
Ed io ti penso
ma non ti cerco.

16 aprile 2018 Posted by | Ricordi, Rimpianti, Smancerie pseudo-sentimentali | , | 15 commenti

Ma sarà un buon 2018?

Questa fine giornata di fine settimana di fine anno mi giunge nuova e mi stimola quelle riflessioni che, se dovessi andare a lavorare, non avrei certamente tempo di fare.

Forse è meglio così, due giorni di relax a fine anno, mentre tutt’intorno fioccano i malanni da influenza e tu ti godi la tua immunità vaccinale (almeno quella funziona…).

Pensavo: ma che anno sarà il 2018?

Sarà l’anno delle elezioni, in cui avremo un bel governo di centro destra o grillino (che non so cosa sia peggio)?

Sarà l’anno che gli americani (del nord) capiranno di avere eletto un Presidente coglione e gli daranno un calcio in culo?

Sarò l’anno in cui diminuiranno le guerre nel mondo? Oppure aumenteranno, con inevitabile corollario di morti, distruzioni ed esodi?

E per me, che anno sarà?

Ecco, qui sta il punto (e virgola).

Da quello stramaledetto agosto 2014 io cerco di evitare che la mia vita sia condizionata dalla mia malattia, cercando di comportarmi normalmente, ma inevitabilmente ho a che fare con questa brutta bestia.

E il 2018 sarà un altro anno di passaggio, insieme al 2019 (sperando di arrivarci).

E nel 2020 compirò sessant’anni.

Vabbe’, meglio non pensarci.

Buon anno a tutte/i

Io vagabondo

 

 

30 dicembre 2017 Posted by | Salute, Storie ordinarie, Un po' di me | , , , | 13 commenti

Quando si diventa grandi…

monica-bellucciStasera mi sono rivisto Manuale d’am3re, già visto a suo tempo al cinema e fattore scatenante di elucubrazioni sul genere femminile contenute nel mio post dell’epoca (quasi sei anni passarono; mamma mia come passa il tempo, come invecchiate…).

Però stasera c’è stata una frase pronunciata nel primo episodio che mi ha fatto riflettere.

C’è un momento – dice il protagonista – nel quale ci si accorge di essere diventati grandi“.

Ecco, io mi sono ricordato del momento nel quale mi sono accorto di essere diventato grande, mio malgrado. Non mi ricordo né l’anno, né il mese e tanto meno il giorno, ma il momento sì, quello me lo ricordo benissimo. E’ stato quando di fronte a un problema familiare (all’epoca vivevo con i miei genitori), mi sono accorto che non potevo più chiedere aiuto a loro, ma erano loro che lo chiedevano a me: il problema lo dovevo risolvere io.

E quello è stato solo il primo di una lunga serie, come accade nella vita.

Cioè, come dovrebbe accadere, perché ci sono persone che i problemi più importanti continuano a farseli risolvere dagli altri. Per una serie fortuita (per loro) di circostanze, si trovano nella posizione per cui qualcun altro è tenuto a risolvere i loro problemi, per evitare guai non tanto a loro, quanto ad altre persone che non hanno colpe.

Lo so che il discorso forse è un po’, contorto, ma accade proprio così a volte. Fidatevi.

Mina – Oggi sono io

17 gennaio 2017 Posted by | Film, Smancerie pseudo-sentimentali, Storie ordinarie | , , | 19 commenti

Auguri per il 2017

2017Dopo la pausa natalizia (con tanto di scorribanda nel meridione e pranzate di pesce), torniamo alla normalità.

Cioè, non è che la normalità mi piaccia tanto, eh? Mi sono bastati un paio di giorni di “normalità” e già mi sono rotto le palle.

Il fatto è che a gennaio (inizio o fine, vedremo) dovrò tornare a lavorare e io sarei nato per fare il milionario, non per faticare in un ufficio. Se proprio avessi dovuto lavorare, avrei voluto fare lo chef, ma ormai è troppo tardi.

Sfumata la prospettiva della pensione, mi sa che devo mettermi le “gambe in spalla” (come si dice da noi) e fare buon viso a cattiva sorte (oppure la sorte può ancora essere cambiata, in meglio ovviamente?).

Intanto, a febbraio è prevista la pubblicazione del mio libro. Almeno questo è il piano editoriale (uau… rientro in un “piano editoriale”…). Faremo qualche presentazione qua e là e speriamo di movimentare un po’ l’ambiente.

Mi spiace non avere avuto tempo per gli auguri di Buon Natale, per cui adesso auguro BUON 2017 a tutti quanti con questa canzoncina che l’anno prossimo compirà trent’anni (e che mi suscita qualche rimpianto e pure qualche rimorso, ma questo è per l’età).

 

30 dicembre 2016 Posted by | Pensieri disarcionati, Rimpianti, sogni, Storie ordinarie, Un po' di me, Vita lavorativa | , , , , | 12 commenti