Io non ci credo, ma…
Stamattina mi sono svegliato con una sequenza di numeri in testa.
Una sequenza da interpretare certo, ma i numeri erano chiari.
Io non ci credo molto ma… chi l’avesse mai detto? Mettete che…
Beh, insomma, li ho giocati al lotto.
Avessimo visto mai?
P.S.: oggi pomeriggio ho schiacciato un pisolino e ho sognato che c’era un gran temporale. Lampi e tuoni e a un certo punto… un tuono da squarciare i timpani e contemporaneamente un luce accecante: un fulime aveva colpito la mia casa.
Devo iniziare a preoccuparmi?
Auguri per il 2017
Dopo la pausa natalizia (con tanto di scorribanda nel meridione e pranzate di pesce), torniamo alla normalità.
Cioè, non è che la normalità mi piaccia tanto, eh? Mi sono bastati un paio di giorni di “normalità” e già mi sono rotto le palle.
Il fatto è che a gennaio (inizio o fine, vedremo) dovrò tornare a lavorare e io sarei nato per fare il milionario, non per faticare in un ufficio. Se proprio avessi dovuto lavorare, avrei voluto fare lo chef, ma ormai è troppo tardi.
Sfumata la prospettiva della pensione, mi sa che devo mettermi le “gambe in spalla” (come si dice da noi) e fare buon viso a cattiva sorte (oppure la sorte può ancora essere cambiata, in meglio ovviamente?).
Intanto, a febbraio è prevista la pubblicazione del mio libro. Almeno questo è il piano editoriale (uau… rientro in un “piano editoriale”…). Faremo qualche presentazione qua e là e speriamo di movimentare un po’ l’ambiente.
Mi spiace non avere avuto tempo per gli auguri di Buon Natale, per cui adesso auguro BUON 2017 a tutti quanti con questa canzoncina che l’anno prossimo compirà trent’anni (e che mi suscita qualche rimpianto e pure qualche rimorso, ma questo è per l’età).
I sogni
Non so se credendoci, i sogni prima o poi si realizzino.
Di sicuro, se non ci si crede non si realizzano mai.
P.S.: nel week-end andiamo da ‘ste parti.
Arrivederci a presto.
Meno 15… meno 14… meno 13…
Si avvicina il momento nel quale verrò a conoscenza dell’esito del primo esame di BIBÚLO2.
Non nego di essere un po’ emozionato, quasi come uno scolaretto che attende la pagella. Ma tutto sommato sono anche fiducioso.
Fiducioso di avervi dedicato ore, giorni, settimane, mesi: insomma, un tempo considerevole della mia vita. E forse gliene dovrò dedicare ancora (almeno lo spero).
Certo, quello che conta non è il tempo, bensì il risultato. Però il risultato si può anche migliorare. Il tempo invece non si recupera più.
Incrociamo le dita…
Il sogno
Non posso nascondere che io, nella vita, avrei voluto fare tutt’altro lavoro rispetto a quello che svolgo da quasi 25 anni.
Un lavoro più utile, più interessante di quello che è diventato.
Malgrado questo, il mio lavoro l’ho sempre svolto al meglio delle mie possibilità, anche se negli ultimi anni è diventato quasi un inferno.
Sono cosciente che, nella situazione generale, forse sono un privilegiato, ma ciò non toglie che le scartoffie mi stanno facendo morire.
Già, io sto morendo tra le scartoffie. E’ da tempo che lo sento.
Uno dei sogni della mia vita, fin da bambino, è stato quello di fare lo scrittore, di raccontare storie, inventate o meno.
Ma la vita mi ha portato da altre parti, mi ha portato a inventare altre “storie”, molto meno interessanti.
Mi sono dedicato un po’ alla scrittura da quando ho abbandonato la politica. Racconti satirici e umoristici che potessero portare un sorriso, che potessero fare dimenticare, anche soltanto per un attimo, i problemi e i dolori della vita. Mi piacerebbe anche scrivere storie per bambini. Fare interessare un bambino, fargli sgranare gli occhi sarebbe una immensa soddisfazione, ma non è facile.
Poi la vena umoristica si è come esaurita e ha lasciato il posto ad altre tematiche. Poi è sembrata risorgere, rispuntare fuori dai marasmi della vita quotidiana.
Quello di scrivere è rimasto un sogno, fino all’altra sera, quando tra le mail degli ultimi giorni ho trovato quella di un editore. Un editore della capitale, un editore serio, non uno di quelli finti della cosiddetta “editoria a pagamento”, che mi comunicava che era interessato all’eventuale pubblicazione di un mio libro.
Se all’interno della mail non fosse stato citato il titolo del mio libro, avrei pensato a un errore di invio; avrei pensato di ricevere l’indomani un’altra mail di questo tenore: “Ci scusi, ma c’è stato un errore di indirizzo. Il suo manoscritto è una ciofeca, roba da vergognarsi anche soltanto di averlo spedito. Volevamo scrivere a un altro“.
Allora ho risposto. Ho risposto ringraziando dell’attenzione dimostrata al mio manoscritto e che sì, sono interessato a discuterne. E quello – secondo fatto incredibile – mi ha pure risposto, scrivendo che attende di sapere quando posso andare.
So benissimo che sono soltanto ai primi passi, ma so quanto sia difficile entrare nel mondo dell’editoria. So quanto sia importante avere alle spalle un libro vero e proprio, per poterne scrivere e proporre altri. Credo che abbia ragione una delle pochissime persone alle quali l’ho detto: “Se anche ti chiedessero di riscrivere tutto il libro in una settimana, vai in ferie e lavoraci su giorno e notte”.
Forse questa è veramente la mia occasione.
Per portare un po’ di sorrisi.
Forse per raccontare in futuro altre storie.
Sicuramente, per tentare di raggiungere un sogno.
Ora qualche giorno di pausa, poi ci prepariamo alla grande festa di Halloween, la festa delle streghe (cioè delle donne...) e poi cogliamo l’attimo!
Ruota di Palermo!
Estrazione del 4/8/2009: 53 75 71 90 58
Non ditemi che non avete giocato i numeri di Aquila Non Vedente…
Ahiahiahi…
Io cerco di elevare il vostro status socio-economico, ma se voi non mi seguite…