Maria Maddalena
Oggi, dopo mesi di vita nella nebbia, sono finalmente tornato al cinema e oggi ho visto il film Maria Maddalena.
L’interpretazione da parte di Rooney Mara è eccellente, per un film che, secondo me, vale la pena di essere visto. Non è la solita storia della vita di Gesù. Insiste su alcuni momenti della sua predicazione e sul rapporto con questa donna che, amandolo, riesce a comprendere il suo insegnamento meglio degli apostoli.
La tesi del film, infatti, è semplice: Maria Maddalena è l’unica ad avere compreso l’insegnamento di Gesù (insieme all’altra Maria, la madre). E infatti è a Maria Maddalena che Gesù si mostra risorto ed è lei che detiene il “testimone” della sua predicazione.
Gli apostoli invece non hanno capito un cazzo: ondeggiano tra il desiderio di provocare una sollevazione popolare contro il potere e il sogno di vedere il regno di Dio sulla Terra entro pochi giorni.
Maria Maddalena quindi come compagna di Gesù, non la prostituta come ha voluto la Chiesa cattolica per diversi secoli. Una figura da approfondire.
P.S.: a me piace molto andare al cinema. Mi piace andare al sabato pomeriggio, alla prima proiezione, quando c’è poca gente e all’uscita ci si immerge nella città ancora viva. Meglio ancora sarebbe condividere questa passione, ma va bene lo stesso…
Silence
Ieri sono andato a vedere Silence, l’ultimo film di Martin Scorsese.
Sono andato a vederlo dopo avere letto sommariamente la trama, senza giudizi (e pregiudizi) in merito e pensando che fosse un film tipo quel grande capolavoro che è stato Mission, uscito sugli schermi giusto trent’anni fa.
Tra le recensioni e i giudizi letti dopo averlo visto, ho trovato una frase che mi sembra azzeccata: non è un film per tutti. E non parlo ovviamente delle scene di violenza che vi sono contenute (le torture inflitte ai cristiani), ma del contenuto del film. Non arrivo a concordare con chi ha scritto che è utile portarsi un cuscino al cinema, ma indubbiamente sono 161 minuti di visione impegnativi.
Dal punto di vista tecnico, sicuramente è un prodotto di altissima qualità. Non ho le competenze per giudicare questo aspetto, ma la qualità del prodotto si percepisce anche a pelle. Non mi ha convinto molto, invece, il protagonista Andrew Garfield, ma è un parere strettamente personale.
Il tema del film, invece, è tutt’altro che scontato.
La “missione evangelizzatrice” cristiana di popoli che avrebbero potuto benissimo farne a meno; la resistenza religiosa e culturale locale a questa “colonizzazione”; i poveri che possono essere martiri o carnefici senza comprendere le ragioni né degli uni né degli altri, mi sembrano tematiche che stanno sullo sfondo del film.
Probabilmente il suo vero scopo è quello di penetrare nell’inconscio di chi ha un rapporto tormentato con Dio e la facile teoria dell’imperscrutabilità del suo comportamento non riesce a essere abbastanza convincente.
Io, che questo rapporto tormentato non ce l’ho, non mi sono turbato più di tanto alla visione di questo film.
Il mio Dio prescinde dalle religioni, dalle Chiese, dai preti, dalle preghiere e da tutte quelle umane costruzioni che ne hanno inficiato l’immagine. Forse non esiste neppure, anche se ho bisogno di sperare che vi sia un aldilà nel quale poter rivedere, anche solo per un attimo, chi mi è stato accanto per tanti anni nel corso della mia vita.
La prossima volta torno a vedere un film che fa ridere…
E così siamo già al 3…
Al 3 gennaio, intendo.
Fra poco sarà Pasqua, poi giusto il tempo di prenotare per le vacanze ed è già Natale 2017!
Come passa il tempo…
Come invecchiate…
Comunque ho trovato che in giro per il mondo vi sono dei monasteri scavati nella roccia; non attaccati, proprio ricavati dalla roccia. Lo sospettavo da tempo, ma non credevo che fossero così belli.

Santa Caterina del Sasso Ballaro (Lago Maggiore). Dedicato a santa Caterina d’Egitto. XII secolo.

Monastero Tatev – Armenia (IX secolo).

Monastero Meteora – Grecia. Fondato nel 1388 e tuttora abitato da 16 monache greco ortodosse.

Monastero Sumela – Turchia (IV secolo). Greco ortodosso.
Dimenticandoci un attimo delle centinaia, migliaia di persone che avranno faticato e perso la vita per costruirli, non viene voglia di rinchiudersi in uno di questi monasteri, mandando affanculo tutto il resto del mondo, vivendo il resto della vita in pace e tranquillità?
Io sì.
Lo so che la fuga dalla realtà è sempre stata vista come… una fuga dalla realtà, ma io in fondo vestito da monaco mi ci vedo anche.
E poi dove stanno i monaci in genere ci stanno anche le suore, no?
Papà, tu sei strano…
E mo’ in storia siamo arrivati a studiare la nascita dei partiti socialisti nel diciannovesimo secolo!
Socialisti e comunisti…
“Papà, tu sei socialista?”
“Io? Giammai! Io sono comunista!”
“E ateo?”
“Certo, comunista e ateo. Dillo alla tua prof.”
“E allora perché leggi i libri su Dio, Gesù e la Chiesa?”
“Perché per combattere al meglio il nemico, bisogna conoscerlo”
“Papà, tu sei strano…”
Avrà detto così per via dell’ultimo libro che ho comprato?
Mah…
La Bibbia non è un libro sacro
Non so se avete mai assistito (direttamente oppure via web, dove se ne trovano tante) a una conferenza di Mauro Biglino.
Mauro Biglino è stato traduttore di ebraico masoretico per le Edizioni San Paolo. Ha tradotto e traduce letteralmente l’ebraico.
Cosa sostiene, in sintesi, Mauro Biglino?
Sostiene che la Bibbia è un libro di storia, che non parla di Dio, né della creazione, né della religione. Questi sono concetti che gli sono stati costruiti sopra durante i secoli, con una vera e propria azione di falsificazione, soprattutto da parte dei traduttori masoreti.
Biglino sostiene che queste cose sono scritte dai maggiori esperti mondiali di studi biblici, soprattutto ebrei. Ne sono talmente consapevoli, che si sono dati duecento anni di tempo per riscriverla.
Ma qual è la tesi principale di Biglino?
Lui sostiene che se si legge la Bibbia per quello che realmente è (soprattutto l’antico testamento), si scopre che è la storia di un essere “superiore”, Yahveh, appartenente al popolo degli Elohim, molto probabilmente extraterrestri. Nella suddivisione della Terra tra questi esseri, a Yahveh sarebbe stato affidato un popolo e un territorio abbastanza sfigati (il futuro popolo ebraico, che all’epoca non esisteva ancora) e lui avrebbe tentato di farne una comunità coesa, guidandola verso la conquista di territori migliori.
Fin dalle prime pagine la Bibbia racconterebbe come gli Elohim si sarebbero attrezzati per vivere sulla Terra, attraverso una vera e propria opera di ingegneria genetica. Adamo sarebbe soltanto uno dei prodotti della loro azione e l’Eden sarebbe stata una specie di enorme serra nella quale veniva conservata e sviluppata la flora e la fauna necessaria per vivere.
Ovviamente Biglino fornisce prove di queste sue opinioni attraverso la lettura dei cosiddetti “testi sacri”, sostenendo che è troppo comodo dire, quando i conti non tornano, che si tratta di allegorie. I racconti biblici, secondo lui, descrivono chiaramente questi esseri (al plurale) che, lungi dall’essere divini, erano veri e propri guerrieri, violenti e arroganti, dotati di una tecnologia che li faceva apparire come dei agli occhi degli uomini del tempo.
Ovviamente l’opera di Biglino è soggetta a critiche feroci da parte dell’ortodossia, però i dubbi e le risposte che prospetta aprono uno squarcio “destabilizzante” sulle cosiddette sacre scritture.
Intendiamoci, la lettura con occhio “storico” delle sacre scritture per me ha sempre rappresentato un dato di fatto e anche sapere che i vangeli sono stati scritti qualche centinaio di anni dopo Cristo non depone certamente a loro favore quali testi sacri. E poi, quali sono i testi sacri? I 46 libri riconosciuti dai cattolici? Oppure i 39 riconosciuti dagli ebrei? Oppure quelli dei copti? O la Bibbia dei Settanta dei greco-ortodossi? O quelli dei rabbini?
L’opera di Biglino, se non altro, stimola, pungola, invoglia ad approfondire, coinvolge. E in un’epoca di calma piatta cerebrale non è poca cosa…
Lezioni di teologia
All’attacco del secondo piatto di minestrone di riso la domanda è arrivata fulminea da parte della piccola: “Papà, ma se Dio ci vuole bene, perché ci fa morire?”
😯
“Beh, mi sembra ovvio: perché ci consumiamo. Come tutte le cose.”
“Ma potrebbe farci vivere per sempre, no?”
“Sai che palle… Secondo te perché ha fatto morire perfino suo figlio, cioè Gesù?”
“Perché se avesse vissuto per sempre sarebbe stato… forse perché altrimenti avrebbe dovuto fare molti autografi.”
🙄
“Eh già. Duemila anni a firmare autografi. Peggio di un calciatore.”
“Ma lo sai che Gesù non era figlio di Giacomo?”
“Giacomo? E chi sarebbe ‘sto Giacomo?”
“Forse era Giuseppe… Quando è arrivato Giuseppe, Maria era già incinta. E poi c’è chi dice che potrebbe non essere stato Dio a creare il mondo.”
“O bella! E questo chi lo dice?”
“L’ha detto il prof. di religione. Potrebbe essere stato il bing bang.”
“Sì. E magari anche il gratta-e-vinci…”
“E poi il prof. di religione ha detto anche che i primi nove libri della Bibbia sono miti.”
“Cioè balle… Secondo me anche dal decimo in avanti.”
“E ci potrebbe essere anche la reincarnazione.”
“Finisci il minestrone, va’, che questo sì che fa resuscitare anche i morti!”
A me i teologi mi fanno un baffo…
State in campana!
Ragazzi (e ragazze).
Se vi squilla il cellulare e compare un numero sconosciuto…
Se il postino vi consegna una missiva proveniente da un mittente sconosciuto…
Se vi arriva una mail strana…
Se vi suonano il campanello di casa chiedendovi se possono salire un attimo per fare due chiacchiere…
State in campana!
Potrebbe essere lui!
Se invece fosse il suo principale, allora vuol dire che l’avete combinata proprio grossa!
Ruhollah Khomeini, ovvero quando l’Islam diventa una minaccia
Ammetto che l’intervista del 1979 di Oriana Fallaci all’imam Khomeini è un po’ lunghetta, ma vale la pena leggerla e soprattutto stamparsi bene nella testa le parole dell’imam sulla democrazia e sulle donne.
http://www.oriana-fallaci.com/khomeini/intervista.html
Nell’intervista traspare tutto il coraggio e anche, in un certo senso, la “faccia tosta” della giornalista.
Non sono un esperto di religioni e soprattutto di quella islamica, ma di fronte ai sommovimenti, anche recenti, dei paesi musulmani, arabi o meno, mi viene da riconsiderare alcune idee dell’Oriana.
P.S.: che poi, questo qui nella foto non è mica stato un “incidente di percorso”, anzi…
Chi sono io per giudicare?
Che Papa Bergoglio fosse un tipo simpatico e un buon comunicatore, era apparso evidente fin dalla sua comparsa in pubblico la sera della fumata bianca.
Che avesse scelto un nome particolarmente impegnativo, quello di Francesco, era apparso come un segnale premonitore, ma quanti segnali premonitori ci ha inviato la Chiesa cattolica nel corso dei secoli che poi sono stati regolarmente disattesi?
Ma quando due giorni fa, conversando con i giornalisti sull’aereo che lo riportava in Vaticano dal Sudamerica, ha pronunciato quelle parole a proposito della cosiddetta “lobby gay vaticana” – “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?” – devo ammettere che c’ho avuto un piccolo brivido per la schiena.
Perché se un Papa dice “chi sono io per giudicare” è ovvio che, volente o nolente, direttamente o indirettamente, coscientemente o incoscientemente, rifila uno sberlone (in senso figurato) a tutte quelle persone (cattolici in prima fila) che nella vita non fanno altro che giudicare. E’ una lezione-mazzata di umiltà, che si abbatte sulle capocce di chi non si pone il minimo dubbio nel giudicare i comportamenti altrui.
Alcuni, al massimo, arrivano a chiedersi “Ma ho tutti gli elementi per giudicare?“. Ma questo è proprio il massimo, perché la maggioranza delle persone non si pone minimamente il problema di cercare di capire il comportamento degli altri: spara a zero e stop.
Che importanza e quale spazio avrebbe meritato questa notizia nei tg?
Considerato che quello è stato il giorno della tragedia del pullman in Irpinia, con ben 38 morti, mi sarei aspettato di sentire questa notizia al secondo posto, e invece è stata abilmente sottodimensionata, forse (anzi, ne sono sicuro) proprio per non disturbare i “giudicatori” (cattolici e no).
Non esprimo giudizi, prendo soltanto atto…
P.S.: quest’estate mi piacerebbe vedere in giro magliette con la scritta “Chi sono io per giudicare?“
Se l’altro è il male assoluto
Elemire Zolla, nella sua controversa introduzione a “Il signore degli anelli” di Tolkien scrive che quest’ultimo nella sua opera “non cerca la mediazione fra male e bene, ma soltanto la vittoria sul male. I suoi draghi non sono da assimilare, da sentire in qualche modo fratelli, ma da annientare“.
Risuona nella mente la chiara e semplice esortazione di Saruman ai suoi orchi, mentre stanno partendo per l’ennesima battaglia: “Uccideteli. Uccideteli tutti“.
E, per contraltare, le parole di Aragorn ai suoi soldati, pronti a lanciarsi in uno scontro dagli esiti imprevedibili: “Non abbiate pietà di loro, perché loro non ne avranno di voi“.
Il poeta inglese V. H. Auden ha protestato contro questa visione: non esistono esseri che ubbidiscano al Male assoluto, “la loro esistenza sembra significare che è possibile che una specie dotata di parola e perciò capace di scelta morale sia maligna per natura“.
Capita a volte che alcune persone siano spinte a vedere in altre persone il Male assoluto. Perché l’operazione riesca, occorre che l’altro non venga riconosciuto come essere umano, cioè come essere dotato di ragione.
Niente meglio della religione riesce a organizzare e portare a termine questa operazione. Niente meglio della religione supporta questo processo; ne fornisce le solide basi, rende infiniti i conflitti e ne giustifica le atrocità.
Il talebano che spara in testa a una bambina di dieci anni perché qualcuno gli ha insegnato che è un gesto utile e coraggioso, ne è forse l’esempio oggi più eclatante, o per lo meno quello che maggiormente colpisce noi occidentali. Ma non è certamente l’unico.
Poi, per fortuna, a volte si leggono anche storie come questa.