Aquila Non Vedente

Aquila e tutta la sua famiglia (compreso Bibùlo)

I ponti di Madison County

Ritorno ancora su questo film, che è ripassato in tv un paio di giorni fa (ho perso l’inizio, ma per il resto me lo sono rivisto tutto).

Ne avevo già parlato in un mio post precedente, ma ora, incuriosito, ho voluto leggere anche il libro e l’ho scaricato dalla biblioteca virtuale regionale: era disponibile e così me lo sono sciroppato tutto nel uichend (complice anche “qualcosa” che ci costringe in casa, a noi padani…).

Devo dire che quella vecchia canaglia di Clint Eastwood ha confezionato un piccolo gioiello, accompagnato da quella stupenda attrice di Meryl Streep.

Questa è la storia di una grande occasione perduta, nel senso che non si è saputa o potuta cogliere e che rimane nel nostro cuore per sempre.

Credo che molti di noi si portino dentro la propria grande occasione perduta.

Io sì.

Le grandi occasioni perdute sono quelle che ti permettono di vivere comunque la tua vita, ma in modo un po’ diverso rispetto a prima, con un piccolo segreto nel cuore che nessuno deve conoscere, perlomeno non finché sei in vita. E così accade alla protagonista, Francesca, che non segue Robert, con il quale ha vissuto una storia d’amore immensa ma durata lo spazio di qualche giorno. Non può, non sa lasciare la sua famiglia. Accompagnerà il marito fino alla morte; crescerà i figli, ma ogni anno rivivrà i luoghi, i posti, i colori, le immagini di lei in compagnia di Robert, di quel ricordo che non l’abbandonerà mai più.

Quattro giorni bastano per capire che due persone sono fatte l’una per l’altra, anzi, insieme danno vita a una terza persona? Sì, ne bastano anche meno, ne bastano anche due.

Ma le cose nella vita a volte pare che vadano per conto proprio e bisogna anche considerare l’incapacità di governarle, la paura, quell’attimo non colto che ci fa perdere l’occasione.

P.S.: le grandi occasioni perdute capitano una volta soltanto nella vita. Inutile volerle ripetere: diventerebbero ciofeche.

I ponti di Madison County

9 marzo 2020 Posted by | Film, Libri, Ricordi, Rimpianti, Storie ordinarie, Un po' di me | , , , , | 10 commenti

Un sogno bellissimo

Stanotte ho fatto un sogno bellissimo.

Anzi, più che stanotte direi stamattina, perché secondo me il sogno è avvenuto tra le sei (cioè quando è suonata la sveglia e io con una manata l’ho prontamente zittita) e le sette (quando mia moglie mi ha svegliato con un calcio negli stinchi avvisandomi che ero in ritardo di un’ora sulla tabella di marcia).

E’ stato uno di quei sogni che è impossibile raccontare, perché sono legati a ricordi degli anni belli della nostra vita, inframmischiati con situazioni del presente, ma dove dell’oggi ci sono solamente gli aspetti piacevoli e quindi tutta l’atmosfera diventa quasi fiabesca.

Uno di quei sogni che per l’interessato (che nel caso specifico sarei io medesimo) ci vuole poco a interpretare, perché sono lo specchio di desideri, speranze, tentazioni, nostalgie, rimpianti.

Ero così di buon umore che neanche la preparazione in fretta e furia mi ha fatto innervosire e quando sono arrivato in ufficio ho compiuto un gesto d’incoraggiamento nei confronti di alcune colleghe che in questo periodo sono un po’ sotto stress e che è stato molto apprezzato.

E, per finire in bellezza, stasera ho mangiato una bella razione di lasagne!

La cura

 

 

13 febbraio 2019 Posted by | sogni | | 7 commenti

E allora, già che ci sono, vi racconto il mio sogno di stanotte

Perché mi sono svegliato ed ero tutto agitato, come quando vi capita di avere vissuto veramente un sogno.

Ricordo che dovevo prendere il treno, io e la mia famiglia.

Stavamo tornando a casa non ricordo da dove. Nel sogno ce l’avevo presente dove eravamo andati, ma al risveglio ne avevo un ricordo molto vago: forse Venezia o giù di lì.

Il treno era molto bello, pulito e veloce, una specie di metropolitana di superficie, comodo e luminoso.

Mia moglie e mia figlia prendevano posto in una carrozza; non vi erano scompartimenti chiusi ma poltrone di velluto a vista. Per me non c’era posto accanto a loro e allora mi andavo a sedere più avanti, vicino alla porta d’uscita. Accanto a me c’erano altre poltrone, ma erano vuote.

Il treno filava via veloce e io mi ero tolto il giaccone, mi ero messo comodo; portavo pure le borse di qualcosa che avevamo comprato. Ero in una posizione leggermente sopraelevata rispetto alla porta d’uscita e vedevo scorrere veloce il panorama.

Mi ero messo talmente comodo che l’arrivo mi colse impreparato.

Tutto ad un tratto la gente si riversò vicino alla porta d’uscita. Io allora mi alzai, ma fu a quel punto che accadde il patatrac.

Non riuscivo a infilarmi il giaccone. Mi cadeva il portafoglio. Nel raccoglierlo mi si svuotavano le borse e il qualcosa che c’era dentro si spargeva a terra.

E nessuno mi aiutava.

Rischiavo di rimanere sul treno, di non uscire in tempo.

La gente scendeva veloce, anche mia moglie e mia figlia, ma io ero indaffarato a cercare di prendere il giaccone, le borse, il portafoglio e non so che altro.

Alla fine, quando tutte le persone erano uscite e le porte si stavano ormai chiudendo, riuscii a infilarmi in mezzo a loro, ma… perdendo il portafogli. E quello che mi preoccupava non erano tanto i soldi e neppure la carte di credito, ma i documenti, perché senza di essi non sapevo più che ero, con chi ero, da dove venivo e dove dovevo andare.

Un incubo.

Mi sono svegliato tutto agitato.

Domani mattina chiamo la psicoanalista della ASL. Noi abbiamo la consulenza psicologica gratuita (che culo!). Credo proprio che sia il caso di approfittarne, anche perché l’ultima volta che mi ha telefonato mi ha chiesto: “Da 1 a 10, qual è ora il suo livello di stress?

Sette” ho risposto e stavo pure in un periodo di tranquillitaà.

Quella si è meravigliata: “Lei lo sa vero che può venire da me, se ritiene?

E sì che lo so…

3 dicembre 2017 Posted by | sogni, Un po' di me | , | 10 commenti

Un sogno

Stanotte ho fatto un sogno.

O per meglio dire, stamattina mi sono ricordato di un sogno fatto stanotte.

Stavo passeggiando in campagna, in una piatta campagna della bassa. C’era il sole, ma non faceva caldo torrido.

Camminavo su una strada di terra battuta, su un terreno leggermente in salita.

A un certo punto ho visto davanti a me spuntare come dal nulla un paese, o per meglio dire un borgo.

Incuriosito e attirato da tale visione, ho deciso di raggiungerlo, ma improvvisamente la strada davanti a me ha presentato una biforcazione.

A sinistra, la strada diventava un viottolo sassoso, curvo, un po’ più stretto della via maestra, ma sembrava prendere la direzione del borgo.

A destra, la strada rimaneva in terra battuta, lineare, ma sembrava prendere una direzione opposta al borgo.

Io rimanevo di fronte a questo bivio, incerto sul da farsi, quando mi sono svegliato.

P.S.: non è vero che gli imbecilli, i deficienti, i cretini, i coglioni e i razzisti sono inutili. A volte ci fanno riscoprire figure, libri, situazioni delle quali ci eravamo un po’ dimenticati.

Perché come ha scritto giustamente qualcuno, gli imbecilli verranno dimenticati presto, ma di lei ci ricorderemo ancora per decenni e decenni.

26 ottobre 2017 Posted by | sogni | | 5 commenti

Auguri per il 2017

2017Dopo la pausa natalizia (con tanto di scorribanda nel meridione e pranzate di pesce), torniamo alla normalità.

Cioè, non è che la normalità mi piaccia tanto, eh? Mi sono bastati un paio di giorni di “normalità” e già mi sono rotto le palle.

Il fatto è che a gennaio (inizio o fine, vedremo) dovrò tornare a lavorare e io sarei nato per fare il milionario, non per faticare in un ufficio. Se proprio avessi dovuto lavorare, avrei voluto fare lo chef, ma ormai è troppo tardi.

Sfumata la prospettiva della pensione, mi sa che devo mettermi le “gambe in spalla” (come si dice da noi) e fare buon viso a cattiva sorte (oppure la sorte può ancora essere cambiata, in meglio ovviamente?).

Intanto, a febbraio è prevista la pubblicazione del mio libro. Almeno questo è il piano editoriale (uau… rientro in un “piano editoriale”…). Faremo qualche presentazione qua e là e speriamo di movimentare un po’ l’ambiente.

Mi spiace non avere avuto tempo per gli auguri di Buon Natale, per cui adesso auguro BUON 2017 a tutti quanti con questa canzoncina che l’anno prossimo compirà trent’anni (e che mi suscita qualche rimpianto e pure qualche rimorso, ma questo è per l’età).

 

30 dicembre 2016 Posted by | Pensieri disarcionati, Rimpianti, sogni, Storie ordinarie, Un po' di me, Vita lavorativa | , , , , | 12 commenti

Pensa positivo!

ottimismo2Devi pensare positivo!” mi dicono tutti.

Ok.

Vi prendo in parola.

L’operazione chirurgica andrà bene. Estirperanno il tumoraccio e mi rifaranno un nasino nuovo, e io sarò più bello che pria! (non ci vuole molto…)

Porterò a termine le mie terapie con un po’ di fatica, ma avendole già fatte l’anno scorso, sarò in possesso delle “dritte” giuste per affrontarle.

Mi consentiranno di andare in pensione anticipata per motivi di salute con l’anzianità contributiva massima. Passerò le mie giornate a fare soltanto le cose che mi piacciono.

Farò causa all’USL per malasanità e riceverò un risarcimento di centinaia di migliaia di euro, che mi permetteranno di fare le vacanze alle Auai.

Che dite? Va bene così, oppure ho esagerato?

P.S.: dimenticavo. Dato che oggi è partita la batteria dell’auto, la suddetta auto non si guasterà più per i prossimi dieci anni!

26 settembre 2016 Posted by | Salute, sogni | , , | 22 commenti

Il mistero di un sogno

Alfasud (2)Non ho ancora capito il motivo per il quale periodicamente nei miei sogni compare la mia prima auto, l’Alfasud, com’è accaduto stanotte.

E’ stata la mia prima vera auto, acquistata nel 1980.

Si trattava della terza serie dell’auto, uscita proprio in quell’anno: 1.200 di cilindrata, versione a 5 marce, 68 cavalli. La mia era di colore avorio, proprio come quella della foto.

In genere il sogno che la vede protagonista è più o meno sempre il solito: non è ambientato nel passato, non si tratta di un tuffo nella nostalgia.

Il sogno è ambientato nell’oggi, io sono come adesso, faccio le mie solite cose: vado a lavorare, a fare la spesa, dagli amici, soltanto che accanto alla mia normale auto, ho tenuto anche l’Alfasud e queste cose le faccio con quell’auto, che utilizzo con la necessaria cautela che si deve a un veicolo di 35 anni di età.

Tutto qui.

E’ un mistero…

P.S.: domani mattina vado a ritirare il referto della TAC di controllo effettuata lunedì. Inutile dire che me la sto facendo sotto…

23 luglio 2015 Posted by | Salute, Smancerie pseudo-sentimentali, sogni, Storie ordinarie, Un po' di me | , , , | 7 commenti

Arriva, arriva…

isola2… la primavera, con le sue temperature miti che non sai mai come vestirti quando esci, il sole che riscalda le nostre povere ossa reduci da inverni freddi e umidi, i fiori che colorano giardini, aiuole, balconi.

La primavera è sempre stata la stagione nella quale più di altre avrei voluto fuggire da questa terra infame e rifugiarmi su qualche sperduta isoletta, a compiere le uniche tre attività che si confanno all’essere umano: mangiare, riposare e…

E invece quest’anno non solo non potrò fuggire (come del resto è sempre avvenuto), ma dovrò anche affrontare – fra una decina di giorni – le mie terapie post intervento chirurgico, per debellare definitivamente quello che (forse) resta del mio tumore.

Vabbe’, arrotoliamoci le maniche e prepariamoci.isola1

Intanto, per non perdere l’abitudine, ho fatto un paio di uscite in bicicletta. La prima con la piccola e la sua bici nuova e la seconda ieri mattina, da solo. L’aria era pungente, ma si pedalava bene. Oggi pomeriggio mi faccio un altro giretto. In attesa, un giorno o l’altro, di poter pedalare su queste spiagge.

P.S.: nel frattempo, ho sostituito lo zucchero (anche quello di canna) nelle bevande con questa qui e ho eliminato dalla mia dieta i biscotti tradizionali, sostituendoli con quelli senza zucchero. Ma questo è un discorso più complesso, che magari faremo un’altra volta. Per ora limitiamoci a ascoltiamoci questa qui…

7 aprile 2015 Posted by | sogni, Un po' di me | , , | 20 commenti

Etciù!

starnutoMalgrado la terapia antistaminica in atto da oltre un mese, stanotte ho avuto un attacco di rinite allergica particolarmente violento, con tanto di starnuti, gocciolamenti, arrossamento e gonfiore degli occhi, nonché difficoltà respiratorie.

L’attacco è giunto improvviso verso le quattro e ci sono voluti i soliti tre quarti d’ora perché si attenuasse e potessi riprendere il mio beato sonno. Nel frattempo, per quanto possibile, ho cercato di leggermi un fumetto di Star Wars, senza peraltro riuscire ad andare oltre le prime tre-quattro pagine.

Passata la fase acuta dell’attacco e dopo avere consumato un paio di pacchetti di fazzoletti, mi sono steso per riprendere sonno, prima che la sveglia suonasse implacabilmente alle sei e venti, come ogni santo giorno.

In quel lasso orario di circa un’ora e mezza, ho fatto un sogno.

Il sogno non lo posso raccontare, non perché contenga particolari scabrosi (anzi, trattavasi di sogno pudico pudico…), ma perché svelerebbe troppi particolari sulla mia vita.

Al mattino mi sono svegliato un po’ rintronato ma tutto sommato abbastanza felice.

Perché felice?sogno

Perché il mio è stato uno di quei sogni non rivelatori, ma – oserei dire – confermatori.

Un sogno nel quale il mio subconscio ma ha lanciato un chiaro messaggio. E’ come se mi avesse detto: “Ecco, questa è la tua situazione, che peraltro tu già conosci, ma io te la confermo comunque, così non puoi fare finta di niente“.

Ma il mio subconscio non si è fermato qui.

Io ti propongo una soluzione. – ha continuato – Per me questa è l’unica possibile, date le condizioni di partenza. Se ne hai altre, trovale, ma ne dubito“.

E la soluzione che mi ha trovato il mio subconscio è stata particolarmente piacevole.

Per cui mi sono detto: non tutti gli starnuti vengono per rompere le palle!

bringbackourgirls

Pare che solo ora il mondo si stia accorgendo di quali e quante nefandezze accadano sulla Terra. Meglio tardi che mai. Ma chi farà un po’ di pulizia? Cioè, chi potrà scagliare la prima pietra?

 

12 Maggio 2014 Posted by | sogni | , | 19 commenti

Un sogno e un dialogo

Stamattina mi sono ricordato di avere fatto un sogno stanotte.

Ovviamente, tutte le volte che mi ricordo un sogno poi per tutto il giorno cerco di capirne il significato.

A una delle entrate del mio paese arriva una strada provinciale, in leggera discesa, poi c’è una rotonda e dalla parte opposta inizia la via centrale. Decenni fa, la piazza ai lati della rotonda ospitava la stazione degli autobus (le “corriere”) e parallelamente alla provinciale correva una rotaia. Alla rotonda arrivano anche le due circonvallazioni che una volta rappresentavano i confini dell’abitato e oggi sono ormai diventate strade urbane. Io abito dalla parte opposta rispetto a questo quadretto.

Allora, io ho sognato che uscivo di casa in auto, con la piccolina, percorrevo una delle due circonvallazioni e, arrivato in prossimità di questa rotonda, lei mi chiedeva di andare in centro a comprare qualcosa (non è una novità). Allora io giravo a destra e imboccavo la via centrale, ma non trovavo parcheggio, per cui proseguivo, facevo il giro dell’isolato e tornavo al punto di partenza, cioè all’imbocco della via.

Mentre mi avvicinavo notavo un sacco di gente che prima non c’era e giunto in prossimità della rotonda mi accorgevo che, in quei pochi minuti che avevo impiegato a fare il giro dell’isolato, un treno enorme, tipo frecciarossa, era uscito da chissà dove (forse dai vecchi binari vicini alla provinciale) e si era infilato nella via distruggendo tutto quello che aveva incontrato, prima di fermarsi incastrato tra i palazzi e i negozi.

Ricordo bene che il treno era veramente enorme, rosso e bianco, proprio come quello della foto e quando ho visto la devastazione che aveva provocato, ho pensato: “Cavolo! C’è veramente mancato poco. Se trovavo parcheggio ora chissà come sarei ridotto…”

DIALOGO SERALE

“Papà, se le parolacce non si possono dire, perché le hanno inventate?”

“Ehm, vedi… una parola diventa una parolaccia se la usi nel modo sbagliato. Per esempio, cesso è un modo diverso per chiamare il bagno. Merda è un modo diverso per chiamare la cacca. Se tu dici a una persona che è un cesso o una merda, allora diventano parolacce.”

“E vaffanculo?”

“Quella è una cosa diversa. Comunque adesso mangia e… ora dove vai?”

“Al cesso a fare la merda.”

(E meno male che non c’ha aggiunto un vaffanculo!)

11 giugno 2010 Posted by | sogni, Un po' di me | | 8 commenti