I rivoluzionari de noartri
Fare la rivoluzione non è mica facile.
Devi combattere contro i controrivoluzionari, devi avere a che fare con le intemperie, devi trovare parcheggio e devi anche mangiare, perché altrimenti come la fai la rivoluzione a stomaco vuoto? Che se soffri pure di bruciori di stomaco, sono cazzi.
Allora la rivoluzione è meglio farla vicino a un bar o un ristorante, magari una trattoria economica, così fai una scappata a prendere un toast con un flute di prosecco e poi si ragiona meglio.
Ecco, questi due avevano pensato alla logistica a supporto del loro gesto rivoluzionario, peccato che non avevano fatto i conti con il green pass.
Perché nella dittatura italiana, se vuoi protestare contro qualcosa, devi prima possederla!
Terribbbile!
Allora quando ti trovi con le spalle al muro, che fai? Chiedi asilo politico, ovvio.
Peccato che per chiedere asilo politico contro chi ti obbliga ad avere il green pass, devi avere il green pass!
Terribbbbbbbile!
Portate un toast a questi due bischeri, che la strada per la Svezia è molto lunga.
Me ne frego!
Quindi si riapre dal 26 aprile.
A pezzi, ma si riapre.
I numeri lo consentono?
Me ne frego!
La sanità è ancora sotto pressione?
Me ne frego!
Le RSA sono ancora chiuse?
Me ne frego!
Muoiono gli anziani e i soggetti deboli?
Me ne frego!
L’importante è andare a mangiare la sera gli spaghetti allo scoglio o la fiorentina; andare in palestra o in piscina; allo stadio o a teatro.
Non è cambiata l’emergenza pandemica, sono cambiati i valori di riferimento.
E’ il “me ne frego” di vecchia memoria, perché gli italiani sono rimasti quelli del ventennio (per lo meno la maggioranza).
Trump
Mi stupisco di chi si stupisce di quello che sta accadendo negli USA.
Come se non si sapesse (o non si volesse sapere) che Trump è stato un imbroglione per tutta la vita (ma negli affari gli imbroglioni sono sempre andati alla grande).
Inoltre è anche pazzo.
Ma non c’è da stupirsi.
E’ una caratteristica della destra – anche di quella italiana – non riconoscere le regole.
Quante volte si è sentito Berlusconi dire che i governi di centro sinistra erano illegittimi?
Governi con la fiducia del Parlamento (perché la nostra è una Repubblica parlamentare) descritti come abusivi, sulla base di sondaggi o di elezioni parziali appena avvenute.
La destra non riconosce regole, l’ho capito anche negli anni della mia esperienza amministrativa.
Quindi, non c’è da stupirsi di quello che ha combinato Trump.
Il problema semmai è: cosa può ancora combinare in questi pochi giorni che ci separano dal 20 gennaio?
Psicologia della stupidità (parte prima)
Ritirato in libreria venerdì (per una volta tanto non ho fatto acquisti on line), mi sono subito messo sotto con la lettura.
Bè, che dire? Ci sono fior fiore di studiosi che si sono dati pena per scrivere questo trattatello di quasi trecento pagine, dai capitoli eloquenti: Lo studio scientifico sugli imbecilli; La teoria degli stronzi; La stupidità con cognizione di causa; Come trattare gli stronzi; La stupidaggine peggiore è pensare di essere intelligenti, solo per citarne alcuni.
Ma del capitolo Dalla stupidità all’idiozia (di Pascal Engel, filosofo e direttore degli studi della Scuola di studi superiori in scienze sociali di Francia) vorrei trarre una breve sintesi, tanto per accrescere il livello culturale dei lettori di questo misero blog.
La stupidità – scrive Engel – ha i suoi gradi.
Nello scalino più basso troviamo la stupidità pesante, letteralmente bruta, di colui che manca di intelligenza e che si avvicina al regno animale (asino, oca) o vegetale (zucca). Volgarmente viene ridotto all’epiteto di coglione o testa di cazzo.
Un gradino più in alto ci sono gli idioti e gli imbecilli, coloro dall’intelletto fragile. La loro tipologia è anche quella dei cretini, affetti da una tara ereditaria.
Un grado più in alto ci sono coloro che, sembrando un po’ più svegli degli sciocchi, sono maldestri ma buoni: sono i sempliciotti, i tonti, i babbei.
Un gradino più in alto ancora si trovano gli stolti. Lo stolto non necessariamente manca di intelligenza, ma la esercita male e soprattutto è presuntuoso, perché adora essere al centro dell’attenzione e ha bisogno degli altri: è socievole, invece i bruti sono solitari.
Un gradino ancora più in alto c’è quella che viene definita stupidità sostenuta, o intelligente. Lo stolto intelligente può essere molto colto ed erudito, ma la sua intelligenza non si accorda alla sua affettività: progetta piani inadatti e sproporzionati.
Ecco, vi ho fornito una casistica nella quale collocare agevolmente le persone di vostra conoscenza.
Contenti?
Buona settimana.
Senza cognizione
C’ho a che fare con una persona senza cognizione.
Cognizione nel senso di consapevolezza delle cose con le quali si ha a che fare, dei problemi da risolvere, delle persone con le quali si hanno rapporti.
Il fatto è che questa persona ha la stessa capacità dei cretini: ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza.
E’ veramente difficile affrontarla.
In questo week end mi devo preparare, perché lunedì ho intenzione di stringerlo nella morsa della responsabilità, ma non so se ci riuscirò.
Cercasi manuali adatti.
Gli indegni
Stamattina, nella mia solita camminata da week end, notavo la quantità di sporcizia presente a lato della pista ciclopedonale che stavo percorrendo.
Già un’altra volta avevo scritto sui rifiuti ai margini delle strade che si vedono girando in bicicletta, oggi però ho fatto una riflessione.
Ci sono persone che già nei piccoli comportamenti si dimostrano indegne di vivere in società.
Possono essere comportamenti più o meno gravi: si può andare dal gettare per terra un mozzicone di sigaretta a dare un calcio a un cane. Sono quei comportamenti che ben difficilmente comporteranno conseguenze ai responsabili, ma che, diffusi su larga scala, rendono la convivenza pesante.
Ecco allora l’utilità dei campi di rieducazione.
Si obietterà che i campi di rieducazione sono roba da dittatura – e in parte può anche essere vero – ma la vera dittatura è quella che devono subire/sopportare le persone civili che assistono a questi comportamenti.
Si obietterà che i campi di rieducazione non hanno mai rieducato nessuno, anzi hanno fatto sparire migliaia di persone.
Pazienza…
Il bicchiere
Vi sono persone che nella vita lo stesso bicchiere lo vedono in due modi completamente diversi: mezzo vuoto o mezzo pieno.
Le prime si lamentano principalmente di quello che non hanno, che a loro giudizio gli spetterebbe quasi di diritto.
I secondi preferiscono ringraziare il cielo di avere quello che hanno.
Ma non basta.
I primi incolpano gli altri per quello che non hanno. La colpa è sempre di qualcun altro e quindi spetta agli altri fargli avere quello che a loro manca. Stanno lì ad aspettare, a differenza dei secondi, che se vogliono colmare il vuoto si tirano su le maniche, senza rompere le scatole agli altri.
Le persone del primo tipo adottano sempre le soluzioni più facili, più ovvie, quelle che comportano meno responsabilità, perché la parola responsabilità le fa sobbalzare sulla sedia. Le persone del secondo tipo cercano invece le soluzioni più efficaci, anche se sono le meno facili e per questo più soggette a errori, che quando arrivano vedono puntualmente i primi gridare (perché i primo non parlano, gridano): “Visto? Te l’avevo detto io!”
Sono due modi diversi di affrontare la vita.
Oggi è pieno di persone del primo tipo, che sovrastano quelle del secondo.
Una cascata proprio.
Rifiuti, rifiuti e ancora rifiuti…
Girando in bicicletta, è incredibile la quantità di rifiuti che si trova a margine delle strade.
Che siano strade statali, provinciali, comunali, sterrati, viuzze, contrade, sentieri e via dicendo, l’inciviltà non concede tregua.
Si trovano carte, cartine, cartacce, cartoni della pizza, pacchi, pacchetti di sigarette, bottiglie, bottigliette, lattine.
L’anno scorso ho trovato una macchina del caffè, marca Lavazza.
Qualche giorno fa su una pista ciclabile c’era un sacchetto di plastica trasparente pieno di lattine. Cioè, qualcuno si è preso la briga di fare la raccolta differenziata delle lattine e poi l’ha buttata dal finestrino dell’auto.
Quando poi tagliano l’erba e ripuliscono i margini stradali, salta fuori di tutto: borse di plastica piene di rifiuti, indumenti, cassette di plastica e via dicendo.
Che poi noi ci lamentiamo che in Brasile stanno distruggendo la foresta amazzonica, ma se ce l’avessimo noi cosa ne avremmo già fatto: la sede di qualche migliaio di centri commerciali, grattacieli, mega parcheggi, ecc. (eh… ma noi siamo il mondo civile, per cui possiamo permetterci di tutto; sono gli altri – sempre gli altri – che si devono limitare).
Alla prossima.
P.S.: lunedì iniziano le mie ferie!
I carabinieri di Piacenza
Credo che a pochi sia sfuggito quello che è emerso nei giorni scorsi a proposito della caserma dei carabinieri Levante di Piacenza: traffico di droga, festini a luci rosse, torture, ecc.
Ovviamente i politici locali si sono dichiarati tutti stupiti, attoniti, sbalorditi, increduli e via dicendo.
Ovviamente tutti hanno dichiarato che sì, ok, adesso sono venute fuori cose turpi, ma gli oltre centomila carabinieri sono puliti, perdincibacco.
Io vorrei fare invece un paio di considerazioni.
La prima la ripeto ormai da anni: non è normale che noi abbiamo l’esercito che scorrazza per il Paese, a occuparsi di ordine pubblico e di controlli fiscali.
L’esercito deve stare chiuso nelle caserme e deve uscire solo per motivi eccezionali.
A occuparsi dell’ordine pubblico basta la polizia. A scovare gli evasori basta l’agenzia delle entrate.
Carabinieri e Guardia di finanza vanno smantellati poco a poco.
La seconda forse non l’ho mai scritta ma l’ho sempre pensata. Piacenza è la classica città di provincia (dicono): tranquilla, lavoratrice, risparmiatrice.
Piacenza e provincia sono una una realtà stomachevole. L’apparente tranquillità nasconde quanto di più spregevole vi può essere in una realtà di provincia; il lavoro in realtà spesso non è altro che sfruttamento, oltre i limiti della legalità; i risparmi sono un cattivo frutto delle attività precedenti.
Non c’è niente da vantarsi nell’essere piacentini. Ma niente proprio.
Date retta.
Il rischio di essere uccisi
La morte di una persona è sempre una tragedia.
Se la morte è causata da un evento traumatico, è una tragedia ancora maggiore.
Ma se vai in giro a rapinare la gente armato, metti nel conto qualche rischio, no?
Se poi i tuoi parenti/amici vanno pure a devastare un ospedale, allora vuol dire che siamo ben oltre la frutta.
Non ho parole.