Aquila Non Vedente

Aquila e tutta la sua famiglia (compreso Bibùlo)

Ogni cosa a suo tempo

Vi sono libri che si vedono esposti ogni volta che si va in libreria e che esercitano un certo fascino, forse perché ricordano i bei tempi andati.

Poi, quando ci si decide finalmente di comprarli, spariscono dalla libreria e bisogna ricorre all’online.

Gorbacev è stato molto probabilmente il più grande politico russo, anche se in patria non è giudicato così positivamente.

Questa sua autobiografia aiuta a comprendere dapprima il metodo di lavoro (e di pensiero) dei funzionari comunisti, abituati a servire il potere, impegnati a mantenere i propri privilegi, senza comprendere la necessità di cambiamenti nella società sovietica, che rischia di rimanere sempre più indietro rispetto le altre società industriali.

I diciotto anni del regno di Breznev (1964-1982) “congelano” l’URSS e alla sua morte il PCUS non trova di meglio che eleggere due ultrasettantenni che rimangono in carica poco più di un anno ciascuno: Andropov e Cernenko. Ma mentre il primo è incline a timidi cambiamenti e porta in segretaria Gorbacev, Cernenko faceva parte dell’ala conservatrice del partito.

Finalmente nel 1985 arriva Gorbacev, con la sua perestrojka e la glasnost.

Gorbacev lo sa che occorre introdurre radicali cambiamenti in URSS e che occorre farlo velocemente.

E così – diremmo oggi – “parte in quarta” e già nel 1986 delinea i suoi obiettivi: l’eliminazione delle armi nucleari dal mondo entro il 2000, la riduzione degli altri armamenti, la liberazione di risorse da impiegare per migliorare la vita delle persone e la tutela dell’ambiente, la democratizzazione della vita politica in URSS, la riforma del PCUS, nuovi rapporti con gli altri Stati.

E così si viene a sapere che nel 1991, pochi mesi prima della dissoluzione dell’URSS, il G7 aveva raggiunto un accordo su un possibile ingresso dell’URSS nell’Unione Europea con lo statu di membro associato e il successivo ingresso nel Fondo monetario internazionale.

Ma ormai è già troppo tardi. I nemici di Gorbacev interni ed esterni (compresi gli USA) preferiscono Eltsin e il suo programma di dissoluzione dell’URSS e di apertura alle privatizzazioni e al mercato, senza controllo.

Il resto è storia dei nostri giorni: chi si presenta come liberatore in breve tempo diventa un dittatore, Eltsin prima e Putin dopo.

Gorbacev è l’unico che apre le porte alle elezioni e permette ai suoi oppositori di sostituirlo, perché questa è la democrazia, qualcosa per cui il popolo sovietico non era forse preparato.

Rimane una grande nostalgia per le speranze che Gorbacev aveva suscitato, di poter costruire quel “socialismo dal volto umano” che era stato represso nei decenni precedenti e che avrebbe forse aperto le porte a un mondo più sicuro, più libero e più giusto, a dispetto di quanto sta accadendo oggi.

Consiglio di leggere il discorso di Gorbacev all’ONU del 7 dicembre 1998, per comprendere quali possibilità abbiamo perduto.


6 aprile 2024 Posted by | Libri, Politica | , | Lascia un commento

I buoni e i cattivi

Da giovane, uno dei miei cantautori preferiti era Edoardo Bennato.

Uno degli album preferiti era I buoni e i cattivi, uscito nel 1974.

A quel tempo non avevo lo l’impianto stereo, come invece era diffuso tra i miei amici, e quindi le canzoni dovevo sentirle alla radio oppure a casa di chi aveva lo stereo.

Soltanto qualche anno dopo i miei genitori mi regalarono uno stereo portatile, ma tanto non avevo i soldi per le cassette…

I buoni e i cattivi conteneva canzoni che ancora oggi per me sono mitiche: Un giorno credi, Bravi ragazzi, In fila per tre, Salviamo il salvabile.

Al di là dell’album di Bennato, era bello poter dividere il mondo tra buoni e cattivi: a quel tempo, con la guerra in Vietnam, i buoni erano i Vietcong e i cattivi gli statunitensi.

Anche oggi c’è chi vorrebbe dividere il mondo in buoni e cattivi.

Il primo e più grande cattivo di oggi è Putin con la sua Russia, contro la quale si minaccia addirittura una guerra atomica. Putin – si dice – è un dittatore e noi – parafrasando una pubblicità – con i dittatori mai!

Ok, proviamo a prendere sul serio questa affermazione e spostiamoci un po’ più in là, per esempio in Cina: è una democrazia come la intendiamo noi? Xi Jinping è stato eletto dal Congresso nazionale del Partito comunista cinese, non esattamente quello che intendiamo noi. E poi con la Cina siamo in guerra commerciale, quindi le elezioni c’entrano poco.

Ma andiamo oltre: il Pakistan come sta messo? Insomma… ma il Pakistan è nostro amico, e poi c’ha pure la bomba atomica. E’ vero che tanti terroristi hanno base in Pakistan, ma è nostro amico e quindi chiudiamo un occhio.

L’India? Il secondo Paese più popoloso al mondo, il 72% della popolazione è in grado di leggere e scrivere (quasi meglio dell’Italia). Ma c’hanno il turbante e usano spezie che impuzzolentiscono le scale dei condomini. Non possono essere democratici. Amici? Forse…

Afghanistan e Iran super cattivi e nemici, anzi nemicissimi. C’abbiamo provato a portare la democrazia agli afghani, a suon di bombe, ma non c’è stato niente da fare.

Arabia Saudita? Mohammed bin Salman è un re o qualcosa di simile. I re non si eleggono mica, vedi Inghilterra: mica abbiamo eletto Carlo III. E poi è nostro amico e c’ha un sacco di petrolio e quindi un sacco di soldi.

Egitto, dove sta adesso la mostra Presidenta della Consiglia? Al Sisi alle ultime elezioni ha preso il 97% dei voti. No, dico, il 97%, roba che Putin se lo sogna. Che poi l’unica volta che hanno votato veramente, gli egiziani hanno combinato un casino, perché hanno fatto vincere un islamico, che dopo un anno abbiamo rovesciato, perché si sa che le elezioni degli altri per noi occidentali valgono solo se ci piace il risultato. E poi l’Egitto ci serve per tenere a bada i migranti, quello che non riesce a fare la Libia. E comunque è un amico.

Potrei andare avanti all’infinito, ma il risultato sarebbe sempre lo stesso: il mondo non si divide tra buoni e cattivi ma tra amici e nemici.

E gli amici sono i buoni, mentre i nemici sono i cattivi.

Non c’è bisogno di grandi studi filosofici in materia.

Eccheccazzarola…

17 marzo 2024 Posted by | Politica | | Lascia un commento

1 a 10?

Circola su Facebook questa foto, di una bambina israeliana rimasta vittima degli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre dell’anno scorso.

Non mi interessa molto sapere se si tratta effettivamente di questa bambina oppure di un’altra: cambia poco agli effetti del mio ragionamento.

Ora, anzitutto non so a chi è rivolta l’affermazione “so che vorreste girarvi dall’altra parte e fare finta di nulla“, ma certamente non a me.

Il mio cuore gronda di dolore per tutte le vittime israeliane degli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre (tanto per rimanere a questi) e il dolore si moltiplica quando le vittime sono bambini che non hanno nessuna colpa di quello che stanno combinando gli adulti.

Lo dico senza se e senza ma, senza alcuna reticenza, senza alcun timore a condannare gli attentati terroristici, da qualsiasi parte provengano.

Però mi chiedo una cosa semplice semplice: perché per vendicare questa bambina sono stati uccisi (ipotizzo) una decina o una ventina di bambini palestinesi? Che colpa ne avevano loro?

Mi si risponderà che la colpa di questi eccidi non è di Israele, ma di Hamas, che è un’organizzazione terroristica, che si nasconde tra i civili, che continua a lanciare missili, ecc. Tutte affermazioni però che lasciano il tempo che trovano: se vengono a fare un furto a casa mia e io esco armato e mi metto a sparare a quelli che ritengo i ladri, finisco in galera, perché il concetto di giustizia è un po’ diverso da quello di vendetta.

Per lo meno da noi, ma non in Israele, evidentemente.

P.S.: chi era in passato che per ogni proprio soldato ucciso uccideva dieci militari o civili nemici?

29 febbraio 2024 Posted by | Politica | | Lascia un commento

E vai con i bastoni!

Ieri sono stato dimesso dall’ospedale.

Ormai i ricoveri si fanno sempre più brevi (progressi della medicina o esigenze di risparmio?).

Il prossimo prevedo potrà essere un intervento chirurgico domiciliare.

Comunque, al di là di questo e di qualche dolorino, feritina, puntino, ecc., ho visto che nel frattempo in Italia mica si sono persi in chiacchiere: giù di bastonate!

Abbiamo anche assistito a un Presidente della Repubblica che deve intervenire per riportare alla ragione la banda di delinquenti politici che ci governa.

Che poi noi ci facciamo sempre riconoscere per la coerenza: se le manifestazioni da noi non sono autorizzate, allora giù di botte; se non sono autorizzate in Russia e i manifestanti vengono arrestati, giù di sanzioni!

Coerenza…

25 febbraio 2024 Posted by | Politica, Salute | , | Lascia un commento

La figlia di un fascista che vorrebbe sapere la verità

Il 29 novembre 1959 il quotidiano “La Stampa” pubblica una lettera firmata “La figlia di un fascista che vorrebbe sapere la verità“.

E’ una ragazza che frequenta le scuole medie ed è stata a visitare la mostra della deportazione a Torino. C’è chi dubita – scrive – chi dice che è solo propaganda, chi dice che è esagerata. A scuola non si arriva a studiare la seconda guerra mondiale e i professori sospirano e dicono: “purtroppo”.

“Io, figlia di un fascista – scrive – sono rimasta spaventata da quel che ho visto e ho pregato Dio che mio padre sia innocente di questa strage”.

Risponde qualche giorno dopo Primo Levi.

Vorrei ringraziare la scrittrice – scrive – perché era la lettera che aspettavamo.

Non c’è modo di dubitare della verità di quelle immagini. Quelle cose sono avvenute 15 anni fa nel cuore della nostra Europa.

Non possiamo approvare quei professori che sospirano e dicono “purtroppo”: il silenzio è un errore, quasi un delitto. La vergogna e il silenzio degli innocenti può mascherare il silenzio colpevole dei responsabili.

Spero anch’io – conclude – che il padre della lettrice sia innocente, ed è probabile che lo sia, perché in Italia le cose si sono svolte diversamente. Ma la mostra non è dedicata ai padri, bensì ai figli e ai figli dei figli, allo scopo di dimostrare quali riserve di ferocia giacciano in fondo all’animo umano, e quali pericoli minacciano, oggi come ieri, la nostra civiltà.

27 gennaio 2024 Posted by | Storie ordinarie | , | Lascia un commento

Il baratro

Non ci sono segnali che le cose possano migliorare o che stiano migliorando.

Anche nella nostra piccola città di provincia episodi del genere sono sempre più frequenti.

Non so che dire.

25 gennaio 2024 Posted by | Politica, Storie ordinarie | , | 2 commenti

La pulizia etnica della Palestina

LA PULIZIA ETNICA DELLA PALESTINA di Ilan Pappe

Uscito nel 2006, pubblicato in Italia da Fazi nel 2008.

Leggere questo libro in questi tempi di ennesimo conflitto tra Israele e palestinesi, rappresenta quasi una boccata d’ossigeno.

Ho sentito spesso che tutti i guai dei palestinesi sarebbero iniziati nel 1948, quando hanno rifiutato il piano di spartizione proposto dall’ONU, la famosa risoluzione 181 del novembre 1947.

Ilan Pappe, storico israeliano, sviluppa un ragionamento del tutto diverso.

Basandosi su diversi documenti, anche dei cosiddetti “padri” di Israele (Ben Gurion, Shamir, come tutti i libri degli storici vi è un’ampia bibliografia) sostiene che i sionisti israeliani avevano in programma la pulizia etnica della Palestina fin dalla fine dell’Ottocento, poi trasformato in un piano di azione effettiva con il Piano Dalet: espellere quanti più palestinesi possibile dalla terra assegnata agli ebrei, anzi dalla terra che gli ebrei si sarebbero presa.

Pappe sostiene che la risoluzione 181 del 1947 era una truffa ai danni dei palestinesi, impossibile per loro da accettare. Presupponeva comunque la suddivisione del territorio in due Stati multietnici, come diremmo oggi: se i palestinesi l’avessero accettata – sostiene Pappe – sarebbe stata rifiutata dagli israeliani.

Questi non erano gli obiettivi dei sionisti ebrei, che iniziarono dagli anni Venti azioni terroristiche sia contro gli inglesi, sia contro i palestinesi. Organizzazioni paramilitari come l’Haganà, l’Irgun, la Banda Stern se ne occuparono, con un obiettivo ben chiaro: “dearabizzare” la Palestina.

L’azione di pulizia etnica si concentra nel triennio 1947-1949, quando gli israeliani assaltano villaggi, deportano uomini dai 10 a 50 anni, distruggono case e coltivazioni, massacrano civili (anche bambini), violentano donne.

La reazione dei palestinesi prima e degli altri Paesi arabi poi è debole. L’unico esercito organizzato è quello della Giordania, ma rimane fuori dalla mischia, in virtù di patti segreti con Israele per dividersi la Cisgiordania.

L’elenco dei massacri che fa Pappe è sconvolgente (Haifa, Giaffa, Deir Yassin per citarne alcuni), ma la cosa ancora peggiore è che la cosiddetta Nakba, cioè l’esodo dei palestinesi, non viene riconosciuto quale causa primaria delle sofferenze di quel popolo: gli israeliani saltano a piè pari questo periodo buio della loro storia. Lo stesso autore si chiede come fosse possibile che un popolo oggetto di sterminio fino a qualche anno prima si facesse soggetto attivo di massacri nei confronti di un altro popolo.

Nel novembre del 1948 l’ONU adotta la risoluzione 194 sul diritto al ritorno dei profughi, ma Israele ovviamente la blocca.

Il resto è (purtroppo) storia odierna.

20 gennaio 2024 Posted by | Libri, Politica, Storie ordinarie | , | Lascia un commento

Ogni mattina a Jenin

Libro di Susan Abulhawa, scrittrice e attivista palestinese, cittadina americana.

Forse il libro è un po’ sopravvalutato, ma vale la pena leggerlo, soprattutto in queste settimane in cui Israele è impegnato nell’ennesima pulizia etnica tra i palestinesi.

Racconta la storia di alcune generazioni di palestinesi travolte da guerre, attentati, occupazioni, distruzioni che le lasciano dei “senza patria” e anche “senza terra”.

E’ sorprendente come, parlando dello storico conflitto mediorientale, si incontrino quasi esclusivamente tifosi di una parte o dell’altra. Così facendo, però, la storia non avrà mai fine…

Il 20 marzo un attentatore suicida aveva ucciso sette israeliani in Galilea come rappresaglia per i trentuno palestinesi uccisi da Israele il 12 marzo, come rappresaglia per gli undici israeliani uccisi l’11 marzo, a loro volta come rappresaglia per i quaranta palestinesi uccisi l’8 marzo da Israele, e così via e così via.

19 novembre 2023 Posted by | Guerra al terrore, Politica | | Lascia un commento

L’esodo

L’uomo nella foto è FOLKE BERNADOTTE, uomo politico e filantropo svedese. Durante la seconda guerra mondiale si impegnò per la liberazione di prigionieri nei campi di concentramento tedeschi. Fu anche impegnato nella Croce Rossa Internazionale.

Nel 1948 fu inviato dall’ONU in Palestina per svolgere attività di mediazione tra arabi ed ebrei in guerra. Riuscì a ottenere una tregua e stava presentando un piano di pace non favorevole a Israele, che aveva occupato un territorio ben più ampio di quello assegnato dal piano di spartizione dell’ONU: rimaneva agli arabi solo il 21% della Palestina, anziché il 42,88%.

Fu ucciso il 17 settembre 1948 da componenti della cosiddetta “Banda Stern“, organizzazione terroristica sionista. Nessuno bombardò le abitazioni dei terroristi israeliani, che anzi furono integrati nello Stato e nell’esercito di Israele e – secondo Wikipedia – pure decorati nel 1980. Uno dei leader della banda, Shamir, divenne primo ministro israeliano nel 1983.

18 novembre 2023 Posted by | Politica | | Lascia un commento

Israele non si fermerà

A dispetto delle risoluzioni ONU o delle manifestazioni, Israele massacrerà qualche migliaio di palestinesi e dopo tutto tornerà come prima.

E se si riterrà in grave pericolo, userà le armi atomiche, ovvio.

Del resto islam ed ebraismo hanno in comune una matrice violenta che il cristianesimo ha avuto anch’esso, ma che oggi si è spenta (ho l’impressione che tutte le religioni siano violente per natura).

Hamas?

Facile qualificarli come terroristi stando seduti comodamente dietro un pc con il culo al caldo e il frigorifero pieno.

E’ la risposta sbagliata ai problemi dei palestinesi?

Certo, come lo era il nazismo ai problemi della Germania nel primo dopoguerra.

Del resto le guerre sono tutte uguali: ci vanno i poveri, mica i ricchi/potenti.

E i poveri spesso ci vanno pure contenti.

29 ottobre 2023 Posted by | Guerra al terrore, Politica | , | Lascia un commento