Aquila Non Vedente

Aquila e tutta la sua famiglia (compreso Bibùlo)

Elena Ferrante

elena_ferrante_la_frantumagliaNon ho letto alcun libro di Elena Ferrante, la misteriosa scrittrice che da oltre vent’anni tiene celata la sua vera identità.

Ho letto l’intervista che ha concesso un paio di mesi fa a Repubblica, nella quale sostiene che i suoi libri sono stati messi alla prova “senza alcun patrocinio”. Hanno dimostrato la loro autonomia. Dice anche che la curiosità di sapere chi sia riguarda per lo più gli “addetti ai lavori”, quelli che devono riempire il vuoto “con una faccia, mentre i lettori lo riempiono leggendo”.

Ora il successo non le imporrebbe di “metterci la faccia?” le domanda l’intervistatrice (detto tra noi, le domande di Simonetta Fiori in questa intervista su Repubblica fanno abbastanza cagare. A volte ho l’impressione che i giornali pubblichino solo per riempire il vuoto lasciato dalle pubblicità. Cioè, hanno venduto mezza pagina di pubblicità e allora si inventano qualcosa da mettere nella parte rimanente).

“Il nostro presidente del consiglio usa spesso questa espressione – risponde la Ferrante – ma temo che serva più a nascondere che a svelare. Il protagonismo fa questo: nasconde, non svela, trucca la prassi democratica. Sarebbe bello invece che non tra qualche mese o anno ma ora potessimo valutare con chiarezza cosa ci viene apparecchiato ed evitare disastri. Invece abbiamo non opere da esaminare ma facce. Io, successo o no, della mia so abbastanza per decidere di tenermela per me”.

Ora pare che la Ferrante abbia accettato di partecipare al premio Strega. Ha accettato a modo suo: sono candidati loro, scrive (“loro” sono i suoi libri), mica io. In una gara che definisce “finta” e alla quale non figurerà comunque.cetto_laqualunque

Desta una certa simpatia la scelta di questa misteriosa scrittrice (mi piace immaginare che sia una donna, anche se non è detto), in un’epoca in cui sembra obbligatorio “metterci la faccia”, invece di metterci le “cose buone” realizzate non dalle facce, ma dalle mani, dalle menti, dalle intelligenze, dalle lungimiranze.

Perché siamo seri, la faccia è importante e dice molte cose di una persona; lo sguardo soprattutto. E poi quando uno parla bisogna guardarlo in faccia e lui deve guardare in faccia il proprio interlocutore.

Ma non diamo alla faccia più rilevanza di quanta ne abbia effettivamente: quanti bei faccioni di politici vediamo sui manifesti elettorali che poi alla lunga (ma anche alla breve) combinano più guai che altro?

Eppure magari anche loro avevano una bella faccia…

Evvai Elena, magari lo compro uno dei tuoi libri in ebook, oppure me lo prendo in biblioteca. Che poi magari l’autrice è proprio la bibliotecaria, oppure la fruttarola all’angolo, oppure la postina… (machissenefrega).

24 febbraio 2015 Posted by | Libri | | 9 commenti