Sono l’ultimo a scendere
A chi piacciono i raccontini “minimalisti” di una, due, tre, quattro pagine al massimo, dove i dialoghi la fanno da padrone e le descrizioni delle persone, dei luoghi, dei tempi e dei modi sono ridotte ai minimi termini.
Raccontini dai quali trasuda una comicità surreale, come surreali sono i personaggi che Giulio Mozzi incontra per lo più in treno, ma anche nelle stazioni, nei bar, al telefono, per strada.
Incontri nei quali l’equivoco, l’ostinazione, l’irragionevolezza, la protervia dettano il ritmo delle storie, vissute dal protagonista con pazienza, indulgenza e tanto spirito di sopportazione.
Consiglierei questo libro – paradossalmente – proprio a chi viaggia in treno o in autobus, perché questi raccontini aiuteranno a rendere più sopportabile lo stato disastroso dei nostri trasporti pubblici e dei relativi utenti.
Adatto a me quindi… 😉
Mah … sarà perchè non amo leggere “racconti brevi” ( nemmeno quando a scriverli sia stato un buon narratore ), ma quando debbo rilasciarmi mentre viaggio … preferisco ‘di gran lunga’ o leggere libri gialli di eccellenti autori, oppure il mio giornale preferito ( che è LA REPUBBLICA ) o altri giornali e/o riviste illustrate !
Comunque, @Aquilò … grazie del consiglio !!! 😀
Cheppoi … viaggiare, è sempre un modo di conoscere noi stessi egli altri, un mondo a cui non è gran danno partecipare … in ogni senso !
Dì piuttosto che leggi questi raccontini perchè sei pigro e ti scoccia leggere un libro vero.
E poi ti ci voglio vedere a leggere su un autobus di Roma. Non ti basta mica a sopportare il disagio dei trasporti pubblici.
Io non riesco a leggere sugli autobus. 🙂