Il dissenso
Succede che una ministra di questo governo (che piaccia o no è stato votato da un sacco di gente – purtroppo – anche per merito delle opposizioni, che se sono in dieci si dividono in dodici partiti diversi) venga invitata al Salone del libro di Torino a parlare – guarda un po’ – del suo ultimo libro.
Succede che il libro in questione sia questo, una storia della sua storia, della sua famiglia, una cosa abbastanza innocua, che se non fosse stato per tutto questo casino io non avrei nemmeno conosciuto.
Succede però che la suddetta ministra di questo governo (che piaccia o no è stato votato da un sacco di gente – purtroppo – anche per merito delle opposizioni, che se sono in dieci si dividono in dodici partiti diversi) sia nota per le sue posizioni, se così possiamo dire, un po’ conservatrici in materia di diritti civili.
Fin qui, possiamo dire, niente di strano.
Succede però che all’arena dove la suddetta ministra di questo governo (che piaccia o no è stato votato da un sacco di gente – purtroppo – anche per merito delle opposizioni, che se sono in dieci si dividono in dodici partiti diversi) si presenti un gruppo di esagitate che le impediscono di parlare.
E qui qualcuno potrebbe iniziare a sentire un leggero prurito al naso, che diventa uno starnuto vero e proprio (preludio di allergia alla presenza di stupidità) quando si apprende che le indomite contestatrici, avendo la possibilità di salire sul palco (una di loro, mica tutte) per provare a interloquire con la suddetta ministra di questo governo (che piaccia o no è stato votato da un sacco di gente – purtroppo – anche per merito delle opposizioni, che se sono in dieci si dividono in dodici partiti diversi) che fa? Legge un comunicato! Cioè, praticamente come le Brigate Rosse!
Se poi invece di prendere un antistaminico si volesse rileggere le dichiarazioni della segretaria del PD, che sostanzialmente ha giustificato la contestazione stessa, definendola “dissenso” (anche le camicie nere nei primi anni venti dissentivano dai socialisti e dai comunisti, infatti li prendevano a sprangate), allora viene da chiedersi: ma questa qui è la mia sinistra?
No, evidentemente c’è qualcuno di troppo: o io o loro.
P.S.: se qualcuno non l’avesse ben chiaro, questo governo che piaccia o no è stato votato da un sacco di gente – purtroppo – anche per merito delle opposizioni, che se sono in dieci si dividono in dodici partiti diversi. Quindi sarebbe meglio cercare di convincere gli elettori del centro destra (soprattutto la povera gente illusa che con questi qui possa migliorare la loro condizione di vita) a votare da un’altra parte (ad avercela, però…).
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