Una generazione senza storia
Oggi, dopo aver parlato un po’ con mia figlia (discussione, discussione animata, litigio), ho pensato una cosa.
Quella degli adolescenti di oggi è una generazione senza storia.
Io avevo l’età di mia figlia circa quarant’anni fa, alla metà degli anni settanta.
I miei genitori avevano la mia età circa quarant’anni prima, cioè alla metà degli anni trenta.
Dalla metà degli anni trenta alla metà degli anni settanta sono successe tante cose in Italia, che io conoscevo, seppure a grandi linee.
Sapevo che alla metà degli anni trenta in Italia c’era il fascismo, che dopo alcuni anni è scoppiata una guerra mondiale che è durata cinque anni e che – per fortuna – si è conclusa con la sconfitta dei nazifascisti. Sapevo che dopo la guerra l’Italia si è ritrovata povera e semi distrutta, presa in mezzo alle tenaglie della guerra fredda e che poi dalla fine degli anni cinquanta c’è stato un periodo di boom economico e che poi alla fine degli anni sessanta ci sono state tutta una serie di contestazioni, fino ad arrivare negli anni settanta, con l’austerity e poi le nuove speranze, a breve smorzate sotto il fuoco del terrorismo.
Insomma, io e la mia generazione eravamo il prodotto di questa storia, che sentivo raccontare dai miei genitori e dai miei parenti oppure che leggevo sui libri.
Oggi non è più così.
Mia figlia non vuole sapere com’era la vita non dico quaranta, ma neppure vent’anni fa. Non le interessa, non esiste la vita senza internet e senza cellulari. Non esistono i libri, se non quelli scolastici.
Ma non conoscere la storia di quelle persone che ti vivono accanto e che è la storia del tuo Paese ti rende una generazione monca, senza storia.
Il futuro non promette nulla di buono per la nostra disastrata Italia…
Mi dispiace per tua figlia, è importante conoscere il passato…
E’ determinante.
Per Natale regalale “La passione ribelle” di Paola Mastrocola, magari il messaggio passerà (se lo leggerà).
Un libro?
Ahahahahahah!!!
E’ sconfortante … non il fatto che gli adolescenti come tua figlia siano ignari della storia del loro Paese, bensì che noi genitori non siamo stati capaci di interessarli a quegli avvenimenti !!!
Ed anche a scuola, non è che ci siano Insegnanti all’ altezza, capaci cioè di appassionare alla storia i loro allievi … anche là è tutto un frecantò di sumaraggine, ignoranza, ipocrisie e quant’ altro !
mi spiace ma non sono d’accordo, ci vuole predisposizione all’ascolto, la volontà di ascoltare…altrimenti hai voglia ad insegnare ti scontro contro un muro!
Silvia cara … ma la volontà all’ ascolto, da parte degli adolescenti, sono i genitori ( o i nonni ) che in casa la debbono suscitare, o a scuola gli insegnanti ! Invece, normalmente, si assiste al fatto che ci sono alcune famiglie alle quali, della storia, non gliene potrebbe fregare di meno, o, a scuola, esistono insegnanti ( impegnati a far quadrare i conti ad ogni 27 del mese ) che la storia o non la sanno insegnare con passione, oppure essi stessi poco ne sanno, e di quel poco agli studenti non glene frega nulla ! No … amica mia, io insisto a dire che il primo passaggio sia quello di appassionare gli adolescenti … e poi discutere con essi !
sicuramente, ma non mi sembra questo il caso….io mi riferivo al post di Mauro
Hai voglia a insegnare, se l’altro non ti ascolta e non vuole ascoltare.
Qui siamo di fronte a un problema antropologico.
Non bastano più i sociologi, gli psicologi, gli educatori.
Qui ci vogliono degli antropologi che ci spieghino cosa è cambiato nella testa di questi giovani, cosa l’ha causato e come ci possiamo difendere (perché cambiarle mi sa che sia un’impresa al di là delle nostre forze).
Ing. Aquilotto … ma Tu sei arcisicuro che, chi voglia farsi ascoltare dai giovani, sia anche capace di appassionarli al punto di spiegargli, loro ascoltando con rigore, la Storia ???
Io … no, non ne sono affatto sicuro, poichè quotidianamente vedo giovanissimi che se ne fregano della storia del loro paese, mentre altri che, pur giovanissimi, fanno della storia non solo motivo di studio, ma anche di interesse precipuo ! 🙂
Appunto.
Mica dico di essere capace di spiegare e di fare interessare alla storia.
Ma chi è cosciente che non nasce dal nulla, ma da un passato, gli insegnanti e gli insegnamenti se li va a cercare, non aspetta che gli arrivino “in bocca”, perché altrimenti siamo daccapo.
Eggià ! 😐