Fidel
Correvano gli anni 1974-1975, prima liceo, ricerca di storia-geografia.
Argomento scelto: Cuba.
E Cuba voleva dire Fidel Castro, rivoluzione cubana, lotta contro lo sfruttamento impersonato dagli Stati Uniti. Era ancora vivo e bruciante il colpo di Stato in Cile e l’appoggio USA a Pinochet e le fotografie di Che Guevara torturato e ucciso dai militari boliviani. Stava ormai terminando la guerra in Vietnam e l’Italia si apprestava alle grandi vittorie dei partiti di sinistra del 1975.
“Cuba non è il paradiso, è l’inferno“, questo stava scritto all’entrata de L’Avana dopo la presa del potere dei castristi, tanto per mettere subito in chiaro che le difficoltà sarebbero iniziate in quel momento, come effettivamente avvenne. E la rivoluzione umanista di Castro si trasformò in un regime comunista, incarcerando e torturando gli oppositori.
Ma per noi il bilancio di Fidel rimaneva comunque positivo, per avere dato dignità a un popolo; per avere resistito all’embargo e ai tentativi degli USA di rovesciarlo; per avere insomma rappresentato il sogno che vi potesse essere uno sviluppo diverso non solo per l’America Latina, ma anche per l’Africa, l’Asia e perfino per l’Europa, dove era appena caduta la dittatura militare della Grecia e stava tirando le cuoia il regime spagnolo di Franco.
Di lì a poco i sogni degli anni settanta sarebbero naufragati nel terrorismo, poi saremmo entrati nel riflusso degli anni ottanta, che si sarebbero chiusi con la caduta dei regimi comunisti dell’Europa orientale. E poi sarebbero arrivati gli anni novanta, con una devastante guerra al di là del nostro uscio, nei Balcani e poi un terzo millennio aperto dal terrorismo con annessi e connessi.
Insomma, io ormai sono vecchio. Lasciatemi sognare di poter ancora salire su una barricata, con il basco in testa e il sigaro (di radice di liquirizia, che ormai ho smesso di fumare da due anni) tra i denti, arringando la folla contro la multinazionale delle banane Chiquita, anche se fosse solo nel reparto ortofrutta della Coop…
Ma che bello sentirti inneggiare HASTA LA VICTORIA SIEMPRE, Cuban@Aquila !
@Fidel ???
Basta pensare che Egli FU L’ IDOLO DI @ERNESTO “CHE” GUEVARA … uno di quegli Uomini che lasciano il segno, siempre !!! 😀
Non conoscevo questo tuo lato “revolucionario”…
Revolucionario … mybel …. revolucionario siempre !
Porfavour … Yo non ho siempre enclarado … quien de fronte a una balla de cannùn me la sarya data a gambe, mientre de fronte a un platido de macherùn ,,, NUN AVERYA BATTUTO CIGLIO ??? 😀
Una figura importante, con risvolti positivi e negativi.
Però…
Hasta la victoria siempre!
Siempre!
un grande personaggio ma ricco di contraddizioni
Come tutti i grandi personaggi…
“venceremo, adelante! o victoria o muerte!” 😀
Andale! 😛