Il sole di settembre
Non avevo mai fatto caso più di tanto al sole di fine estate.
L’aria si è rinfrescata, le ombre si sono oscurate, ma il sole – quando non piove – rimane accecante come quello di un mese fa. Ti scalda le ossa, è ancora capace di farti sudare e sarebbe un ottimo compagno per i miei giri in bicicletta sulle nostre colline o nei percorsi lungo il grande fiume.
A quante cose finora non ho fatto caso più di tanto?
Penso e ripenso in un turbine di pensieri che non mi lascia mai, giorno e notte, mattina e pomeriggio, sempre e ovunque.
Ieri sono andato in quell’ospedale dove, se avessi dato retta al mio sesto senso, sarei andato anche l’anno scorso.
La diagnosi è chiara: tumore del setto nasale.
Il percorso terapeutico proposto invece è diverso: prima è necessario intervenire chirurgicamente; soltanto dopo si potrà lasciare campo libero alle ben note terapie radio e chemio.
E come si interviene su un naso messo come il mio? Semplice: togliendolo.
Sì, togliendolo e sostituendolo con una bella protesi, come quella della foto.
Una protesi che, per quanto possa essere forgiata a regola d’arte, non sarà mai come l’originale. E io non so se potrò mai più riconoscermi allo specchio (sempre ammesso e non concesso che riesca a salvarmi, eh?).
Penso e ripenso a tante cose.
Alla mia famiglia, anzitutto, che dovrà sopportare un’altra dura prova.
A me, che non so se riuscirò mai ad accettarmi.
Al mio lavoro, che dovrà interrompersi ancora e non so se potrà mai riprendere.
A quello che non riuscirò più a fare, dire, pensare, perché non so se psicologicamente riuscirò ad accettarmi di nuovo.
Sarà dura, molto dura.
A volte mi sento forte, altre volte mi prende lo sconforto. Vorrei addormentarmi e risvegliarmi tra un anno, quando tutto sarà finito (in un modo o nell’altro). E invece dovrò combattere giorno per giorno.
Mi faccio scaldare ancora un po’ le ossa dal sole di settembre, prima di affrontare un lungo autunno e un buio inverno…