Nel mare ci sono i coccodrili
Sembra che a noi occidentali piacciano le storie di ragazzini che, partendo dai loro lontani paesi, arrivano da noi.
Il protagonista di questa storia parte dall’Afghanistan a dieci anni e attraverso l’Iran, la Turchia, la Grecia, mari, deserti e montagne, arriva fino in Italia.
Il libro (16 euro, mica bruscolini), manca però di verve, è un po’ troppo “piatto”.
Certo, il viaggio è avventuroso e in più di una occasione viene da chiedersi “Ma in che razza di mondo viviamo?”, ma ho avuto l’impressione che nella storia mancasse qualcosa.
E quando dico qualcosa non mi riferisco a particolari truculenti o altre cose del genere.
Mi riferisco alla capacità dell’autore di colpire al cuore il lettore, di sentire questo bambino come un nostro figlio.
Il libro di Susanna Tamaro “Fuori” è tutta un’altra storia…
Non è facile saper scrivere con il “cuore”.
Un libro può essere ben scritto ma… gli manca qualcosa. A volte non facile da decifrare. Ma se non ti colpisce, lì dove dovrebbe, spesso deriva da questo fatto.
Non ho letto nessuno dei due libri, quindi è solo un’opinione astratta. Basata sulle mie letture.
Questo libro mi fa l’occhiolino dallo scaffale del supermercato da un po’. Dici che è meglio che compri altro?
Ma era una battuta, quella sulla Tamaro, vero…?
Eppure una storia così dovrebbe funzionare molto facilmente.
Maria: io credo che il “giudice” ultimo di un libro sia sempre il lettore, che si esprime, alla fine con un “mi piace/non mi piace”. E se un libro non ti prende, è facile che non ti piaccia. E’ difficile, come dici tu, capirne la ragione.
Anto: diciamo che 16 euro per quel libro non li spenderei (nemmeno se fosse scontato). Forse potrei prenderlo dalla biblioteca, o farmelo prestare da un amico. E se lo prestassi io e non me lo restituissero, non ci piangerei sopra certamente. Per rispondere alla tua domanda: sì, forse è meglio comprare altro.
Martina: quella sulla Tamaro non era assolutamente una battuta. Io giudico i libri, non gli scrittori e la Tamaro nei quattro racconti che compongono la raccolta “Fuori” riesce a catturare il lettore molto di più di Geda.
Marta: è vero, una storia così dovrebbe funzionare facilmente. Diciamo che la copertina, i risvolti e il posizionamento del libro bene in evidenza mi hanno attirato molto più della storia raccontata.
Si potrebbe obiettare che Geda ha raccontato una storia vera, ma questo c’entra poco: non gira comunque.
Se proprio volessimo fare un confronto tra i due, potremo chiederci: è più realistica la storia vera che racconta Geda, con un bambino che affronta sì peripezie, ma tutto sommato abbastanza “leggere”? Un bambino che percorre qualche migliaio di chilometri, trova lavoro e viene regolarmente pagato; incontra i trafficanti di uomini e viene regolarmente portato a destinazione; incontra un “gentile” pedofilo che se ne va non appena lui e i suoi amici fanno la faccia scura; incontra (udite-udite) sconosciuti che gli danno dei soldi, gli comprano il biglietto del treno, lo accompagnano a destinazione?
Oppure sono più realistiche le storie “inventate” della Tamaro? La donna che arriva in Italia a ridosso di Natale e il figlio di quattro anni muore assiderato perché nessuno le apre la porta? La domestica diciannovenne, irregolare, che viene molestata dal padrone di casa? Il bambino africano che viene adottato da una famiglia peggio che se fosse un cane (e come un cane muore)? O la badante di un anziano demente che non riesce a gestirlo?
Tra i due, non ho dubbi…
Caro Ser @Aquilanonvedente, i tuoi giudizi letterari, ancorchè personali, sono da prendersi con la massima considerazione, ti conosciamo ormai, conosciamo il tuo buon senso e la tua onestà intellettuale, oltre al modo serio con cui scrivi Tu stesso .
Ma per quanto attiene alla @Susanna Tamaro, di cui non conosco il Libro da te citato ( ma se Tu dici che è migliore dell’ altro io ti credo “da non vedente” ! ), non posso che concordare con la nostra Lady @Marty .
Per me, o meglio per i miei gusti, i suoi “ricchissimi e rinomati best-seller”, e cioè “Va dove ti porta il cuore” e “Anima Mundi”, francamente, sono pessimi !
Hanno incassato miliardi delle vecchie lire ?
Mi dispiace per gli Scrittori veri, tanti dei quali, non fortunati come lei ( o meno ruffiani di lei ), devono tirare la cinghia per campare dignitosamente, da me lei non ha preso una lira, i suoi libri me li feci prestare e fui rapidissimo a restituirli ai fortunati possessori !
Detta così neanche io. Però puoi obbiettare sul modo di scrivere non certo sulla storia di Geda , quello è vera. Mi viene duramente da pensare “Se quel bambino non è stato picchiato di più che colpa ne ha lui?”
Diciamo che la storia di Geda appare poco verosimile. Se è vera, tanto meglio per il piccolo protagonista.
Quelle della Tamaro colpiscono di più.
non posso essere d’accordo al 100% con quello che hai detto. mi riferisco al fatto che alla fine il valore di un libro dipenda dal giudizio del pubblico. ne abbiamo già parlato in altra sede. guarda la classifica attuale dei libri più venduti. a me viene un po’ di voltastomaco. fra i primi dieci libri più venduti in questo momento io non ne ho letto neanche uno. non ne sento la mancanza, al massimo potrei leggerne un paio. il valore letterario (se si parla di “letteratura”) va oltre. non per forza diventa un best seller.
non voglio essere polemica, lo sai. il fatto è che questo è un argomento che mi prende molto.
notte
non ho letto ne’ l’uno ne’ l’altro per cui non mi pronuncio.
Però questo nuovo volto della Tamaro (sai che non me la reggo 🙂 ) mi incuriosisce. Approfondirò…
ok seguirò il tuo consiglio: lo compro
La Tamaro ha come arma la sua immaginazione. In effetti , se la storia di Geda è vera tanto meglio per il protagonista.
Non ho letto il libro in questione però capisco perfettamente quello che vuoi dire: ci sono libri apparentemente ben scritti che però alla fine non ti lasciano nulla, altri che sembrano scritti male magari in maniera infantile eppure alla fine ti restano impressi e ti danno forti sensazioni.
E quello che distingue grandi scrittori da scrittori mediocri.
Poi c’è sempre quel 20-30% di gusto personale che ti fa bocciare magari un libro che è un capolavoro riconosciuto…
Mi astengo per mancanza di dati 😦
Che cucini questa sera?
Che faccio aspetto te che torni o prenoto una pizza 😉
Cav.: “Va’ dove ti porta il cuore” non mi è piaciuto per niente. Letto anni fa, me lo sono ampiamente dimenticato.
Maria: concordo sul fatto che volume di vendite e valore letterario non sempre coincidono. La stessa cosa si potrebbe dire per i film o per i programmi tv. Ma alla fine (purtroppo o per fortuna) è semrpe il lettore che ha l’ultima parola.
Martina: non credo che questo sia un “nuovo volto” per la Tamaro. Ribadisco: non giudico gli scrittori, ma i libri.
Anto: lo compri? Almeno vai dov’è scontato…
Marta: uno scrittore ci deve sempre mettere del suo, ancfhe quando racconta una storia vera. E’ oppure no il “mediatore” con il lettore? Altrimenti basterebbe un giornalista, no?
Giulio: è vero. Lo scrittore deve “colpire al cuore” il lettore. Deve trasportarlo nel suo mondo, deve farlo parteggiare per il protagonista (se è un personaggio buono), farlo sentire al suo fianco, oppure deve farglielo odiare (se è un cattivo personaggio). Io non mi sono sentito al fianco del piccolo protagonista del libro di Geda. Forse dipende da me, boh…
Kate: cioè, chiariamoci. Se io torno, mi aspetto di trovare TUTTO PRONTO, mica di dover cucinare! (e quando dico “tutto”, intendo proprio tutto…).
Per finire, credo che questo libro sia stato un ottimo prodotto editoriale. Copertina, titolo e sottotitolo accattivanti; seconda, terza e quarta di copertina interessanti; lancio a ridosso delle feste e buon posizionamento nelle librerie.
Se sono riusciti a convencere me, che sono sempre restio ad acquistare i libri appena usciti, vuol dire che dal punto di vista editoriale hanno fatto centro.
“Kate: cioè, chiariamoci. Se io torno, mi aspetto di trovare TUTTO PRONTO, mica di dover cucinare! (e quando dico “tutto”, intendo proprio tutto…).”
…se io torno…cioè potresti anche non tornare?????
E dove vai???
E io dovrei cucinare lo stesso pure col dubbio che non torni????
E ti aspetti tutto ma proprio tutto pronto????
Va beh va meglio che prenoto una pizza…il resto te lo tengo in caldo…nel forno, mangi quando torni!
ma guarda questo!
Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!
Scherzavo!
Comunque il dibattito è interessante.
Cos’è che ci attira nell’acquisto di un libro?
Le classifiche dei libri venduti?
La copertina?
La trama scritta nella quarta di copertina?
Commenti di altri?
Consigli di altri?
Il fatto che comunque è bene leggere un “caso letterario” per saperne almeno discutere?
L’autore, di cui magari si è letto altro?
Il prezzo?
Secondo me un po’ tutte queste ragioni insieme, ma per quanto si conosca l’autore, per quanto un libro sia in cima alle classifiche, può sempre rivelarsi una delusione (si vedano gli ultimi libri di Jonh Grisham)o lasciarci addosso quella sensazione di una storia inconclusa (si veda l’ultimo libro di Ammaniti “Io e te”).
Parere personalissimo, come sempre 😉
Aquila, torno seria 😉
Interessantissimo il tuo concetto di scrittore come “mediatore” di una storia, tra lui e il lettore (tua risposta a Marta).
Sono d’accordo. Lo scrittore reinterpreta la realtà secondo il suo vissuto. Ribadisco, non ho letto i libri per cui parlo in modo teoretico.
La realtà non è mai “realtà oggettiva” nel momento in cui viene raccontata da qualcuno. Perché l’atto del raccontare presume una inevitabile riscrittura.
Capita anche nei nostri blog, quando parliamo della nostra vita, oppure di fatti accaduti agli altri che ci interessano. I fatti perdono la loro qualità di “fatti”, diventano “fiction”. Filtrati.
Un bravo scrittore ci mette l’anima in tutto ciò che scrive. Quasiasi sia il genere, questa figura di “interprete” è irrinunciabile.
Mmm, il dibattito comincia a farsi interessante 😉
Scusami ma questa mi viene spontanea…
“il coccodrillo come fa?
Non c’è nessuno che lo sa, si dice mangi troppo, non metta mai il cappotto che qualche volta pianga, però quando è tranquillo come fa sto coccodrillo? BOh!…..”
😆 perdonooooooooooooooooooo 😆
besitos
Quasi quasi sto per darti ragione , uhm.
Anto: sì, tutte quelle cose (insieme oppure no) spingono ad acquistare oppure no un libro. Io cerco di farmene un’idea approfondendone il contenuto (per quello che si può conoscere), informandomi sull’autore (se non lo conosco). E, per quanto mi riguarda, un elemento fondamentale è il mio “fiuto”, che però, come nel caso in questione, a volte fa cilecca.
Martina: lo scrittore è sempre un mediatore. Del resto, si chiama scrittura “creativa” proprio perché lo scrittore ci mette del suo nella storia. Paradossalmente, potrei dire che si può raccontare una storia vera inventandosela completamente.
Kate: piano con il vinello dei colli romani, eh?
Marta: 😛
conosco personalmente fabio geda. insegna, tra le altre cose, alla holden e ho seguito un suo corso breve sul romanzo. ha lavorato come educatore tra i ragazzini stranieri che arrivano in italia e hanno problemi di inserimento, quindi sa di cosa parla quando racconta certe storie. il libro non l’ho letto, quindi non esprimo un giudizio.
buona serata
Minnie: ribadisco. Non giudico lo scrittore, ma il libro.
Hai visto che è fra i 19 candidati al premio Strega 2011? Quest’anno per lo più “piccoli” editori. Mentre grandi editori come Feltrinelli e Rizzoli si sono ritiratie scrittori come Eco e Arbasino hanno rifiutato. Largo ai “giovani” e ai “piccoli”?
Dici che ho speranze?
Come giovane, ovviamente…
esatto. Intendevo proprio questo (Aquila acuta e perspicace…)
Tutti gli uccelli sono acuti e perspicaci…
…con qualche eccezione…
@Aquila-28 …
PAVONE !!!
:-p
Cacchio, ‘ste faccine dei miei cog…oni !
😛
Ho finito di leggere il libro questo pomeriggio.
Ricordavo il tuo post.
In linea di massima sono d’accordo con il tuo giudizio.
Sono contenta di averlo letto anche se alcuni pezzi mi hanno fatto stare davvero male.
Male fisicamente. Leggere tanta sofferenza…
Il viaggio estenuante nel sottofondo del camion è stato per me un supplizio, da essere tentata di interrompere la lettura.
Quindi la considero una testimonianza interessante.
Però… gli manca effettivamente quel qualcosa. Qualcosa che lo faccia “emergere”.
Dovrei leggere altri libri di Geda per dare un giudizio sullo scrittore.
Per quanto riguarda questo non mi ha convinto del tutto.
Se consideriamo che era in lizza al Premio Strega… testimonia che il livello di questo premio quest’anno era davvero basso.
p.s. ho letto “70 acrilico 30 lana” di Viola di Grado (finalista alla Strega) e non mi è dispiaciuto. Tristissimo, un pugno allo stomaco, ma non male. Considerando che l’autrice ha solo 23 anni…
Gli editori “spingono” i libri mica perché siano i migliori, ma semplicemente perché è nel loro interesse.
Sono convinto che oggi Dante dovrebbe pubblicare a pagamento… 😕
Ma sai che ieri sera facevo più o meno la tua stessa considerazione? Non pensavo tanto a Dante, ma in generale…
😉