Due di tutto e una valigia
“Era quasi un’ora che arrostivo a fuoco lento su quella panca. La maglietta sintetica, scolorendo, aveva allargato una macchia rosa sotto il seno sinistro e del trucco mattutino era rimasto solo un alone nero intorno agli occhi. Su una porta a vetri incrociai la mia faccia: un procione scampato a un incendio. Così ero ridotta quella mattina.”
Questo è l’incipit di un grazioso romanzo di Mila Venturini pubblicato da poche settimane dall’editore Nottetempo, Due di tutto e una valigia. Racconta con toni lievi e uno straordinariamente equilibrato umorismo la vicenda di una bambina di nove anni e del fratello di sei i cui genitori si separano. La voce narrante è quella della bambina, ormai ventenne, che nella sala d’aspetto di un ospedale attende l’esito dell’operazione del padre, reduce da un incidente stradale senza gravi conseguenze.
I suoi ricordi ripercorrono i momenti nei quali i genitori, non senza sensi di colpa, cercano di riorganizzare le proprie vite e quelle dei figli, senza provocare troppi disastri. Due di tutto e una valigia è il sinonimo di quella situazione nella quale si trovano i figli quando il loro tempo viene diviso a metà tra i due genitori, traslocando settimanalmente da una casa all’altra e, ovviamente, approfittando anche della situazione, che presenta i suoi vantaggi.
Il romanzo è caratterizzato da una serie di personaggi ed episodi che strappano più di una risata. A volte sono risate amare, ma l’autrice sa essere straordinariamente delicata. Vi sono capitoli ai quali è difficile resistere, tipo quello degli “appuntamenti mancati” oppure quello del “reggiseno fantasma“. A rileggerne alcuni brani mi scappa ancora da ridere.
Il finale, per niente scontato, è originale e, lo confesso, mi ha strappato qualche lacrimuccia, non perché sia doloroso, anzi, al contrario perché piacevole, senza essere sdolcinato.
Mila Venturini è una sceneggiatrice televisiva dalla faccia simpatica e questo è il suo primo romanzo. Mi sono ritrovato in più di una situazione raccontata e il libro è più istruttivo di un noioso saggio sull’argomento letto un paio d’anni fa.
Mi auguro che questo libro abbia il successo che si merita.
è ovvio che ora lo voglio leggere. anzi lo vorrei avere già qui fra le mani. per svariati motivi. e non solo perché il libro che da qualche giorno mi ostino a leggere è brutto, triste e noioso. ma… appunto è ovvio. data la situazione che mi trovo a vivere da qualche anno. imparare qualcosa sorridendo e intenerendosi… come prospettiva non è niente male. grazie del consiglio.
Ho appena finito di leggere il tempo invecchia in fretta di Tabucchi, è bellissimo continua a rimanermi in testa, bella scrittura asciutta e allo stesso tempo coinvolgente e unisce bella scrittura a contenuti che ti fanno riflettere.Insomma questo è un libro che ho preso in biblioteca ma di sicura appena capito in libreria me lo compro. Grazie per il consiglio 🙂
Prego, prego.
Poi in privato vi mando l’IBAN per il bonifico…
ma come sei materialista… dovresti pagare TU per ogni nostro GRAZIOSO commento…
Per ora non ho letto niente, sono in pausa lettura dopo l’ultimo libro. Beh, ero sotto esame, dovevo leggerlo alla velocità della luce 😉
Anche a me hai fatto venire voglia di leggerlo!
Signori, oggi è san Valentino, mi sa che qui pullula di single che hanno ben poco da festeggiare, ma se l’innamoramento lo estendiamo a tutto il creato (poi per chi ha figli è più semplice) possiamo anche correre in strada a festeggiare: buon San Valentino amici miei! 😉
io odio le feste comandate e commerciali.
l’amore per tutto il mondo si festeggia ogni giorno. non solo un giorno all’anno perché così dicono i giornali o i media.
per me oggi è una giornata come un’altra.
scusate l’acidità… ma queste cose non le reggo davvero…
ormai è tardi perchè il libro possa servirmi a qualcosa…. ma me ne ricorderò..
A proposito del santo del giorno.. basta prenderla appunto come una festa commerciale e null’altro..
Il mio oroscopo dice che lo avrei festeggiato splendidamente in serata..ma sono già le 21.30 e nulla è ancora accaduto. 😦 Cosiderato che tra un pò già mi addormenterò mi restera uno spledido sogno…. 🙂
A77: ma le tue pause lettura quanto durano? Cioè, se non ho capito male, un libro che ci vogliono quindici giorni per leggerlo, tu te lo pappi in due giorni e poi impieghi gli altri tredici per digerirlo?
Ifi: ma a San Valentino che si fa per festeggiare? Si stappa lo siampagn?
Maria: acidità domenicale? E’ vero che non si devono fare le cose a comando, però a volte alcune “occasioni” possono dare una spinta, no? Mica per niente Gesù ha scelto di nascere proprio a Natale, quando c’erano in giro un sacco di luci e la gente era più buona… Eh!
Camminatore olimpico: cioè, famme capì, t’hanno data buca pure stasera? Naaaaaaaa…..
se a te il finale di questo libro ha strappato qualche lacrimuccia, io posso direttamente telefonare alla Kleenex per una consegna industriale con camion a domicilio.
Grazie per avermi avvertito 😉
[…] i genitori vogliano “scaricarsi” i figli per lo stesso identico tempo (ho già parlato qui di un delizioso romanzo sulle disavventure in merito). Meglio, tutto sommato, quando i figli […]
Pingback di Mamma o papà? « Aquila Non Vedente | 19 febbraio 2017 |